Il mercato auto italiano resta fermo e la meccanica rallenta. Tra incentivi, export in calo e transizione 5.0, emergono le criticità e le condizioni necessarie per rilanciare il manifatturiero.
Secondo i dati delle immatricolazioni auto, il mese di novembre 2025 ha fatto riscontrare una stabilità rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con un leggero recupero di Stellantis, che ha registrato un +3% nelle immatricolazioni. Il risultato è legato, anche se in minima parte, agli incentivi per le auto totalmente elettriche. In rosso, anche se in modo contenuto, i dati del settore meccanico, con un –1,4%, un calo dovuto principalmente all’esportazione.
Il ruolo degli incentivi per sostenere i settori auto e meccanica
Questo stallo può essere superato solo attraverso la leva fiscale, che può sbloccare il mercato dell’auto in Italia. Resta fondamentale anche capire quali saranno le indicazioni della Commissione Europea sui correttivi alla politica di decarbonizzazione, necessari per sostenere le imprese europee dell’automotive.
Anche per la meccanica risultano fondamentali gli aiuti statali: il piano 5.0, troppo complesso nella sua formulazione iniziale, non ha prodotto gli effetti sperati. Gli incentivi devono essere strutturali e non sporadici, con una durata minima di 3–5 anni per permettere alle aziende di pianificare gli investimenti in tecnologia.
Transizione 5.0 e impatti sui settori auto e meccanica
In questo scenario, qualcosa sembra muoversi: il piano Transizione 5.0 sarà semplificato, con la possibilità per le aziende di autocertificare obiettivi di risparmio energetico e progetti previsti. È inoltre in arrivo una nuova lista dei macchinari che potranno beneficiare dell’iperammortamento.
Permangono però incertezze sulle risorse: le prenotazioni ammontano a 4,8 miliardi di euro, mentre gli stanziamenti disponibili sono pari a 2,5 miliardi.
Di fronte a una fase di forte cambiamento, i tempi di intervento diventano determinanti per sostenere la ripresa e lo sviluppo del manifatturiero italiano. Senza decisioni rapide e concrete, il rischio è una perdita significativa di competitività rispetto alla concorrenza internazionale.

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