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Cambio utensili, il partner che fa la differenza

La collaborazione con Wittenstein per riduttori e gruppi di trasmissione ha permesso ad Argesystems di migliorare prestazioni e affidabilità del suo prodotto di punta: il cambio utensili automatico per presso piegatrici.

di Stefano Belviolandi e Flavio Della Muzia

 

Con il partner giusto si possono raggiungere traguardi inaspettati o addirittura impensabili, spingendosi a realizzare soluzioni mai sperimentate in precedenza, guidati dalla voglia di crescere e di essere riconoscibili sul mercato attraverso una ben precisa identità. Se a tutto questo si aggiunge la forte passione per la meccanica e la fantasia progettuale, ecco spiegato il successo di Argesystems, azienda nata nel 2010 a Castelfranco Veneto (TV) per volontà di Andrea Argentin, CEO e proprietario della società, con alle spalle un’importante esperienza nel campo dell’ingegneria meccanica.

Nei primi anni d’attività l’azienda si occupava di progettare e realizzare componenti per presse piegatrici, specializzandosi in seguito nella produzione d’interi sistemi d’automazione, magazzini automatici per presse piegatrici e isole robotizzate. Dai primi intermedi basici, manuali e pneumatici, nel corso degli anni Argesystems ha sviluppato registri posteriori per tutte le taglie di presse, dalle 25 alle 3 mila t, occupandosi anche della costruzione di accompagnatori della lamiera di taglia leggera e pesante, arrivando fino alle più complesse linee d’automazione per presse piegatrici e cesoie.

Cambio utensili, il partner che fa la differenza
Impianto smistamento laser.

 

Oggi, l’azienda veneta è riconosciuta dal mercato come un riferimento nella progettazione e realizzazione d’impianti su misura secondo le singole specifiche dei clienti, orientando tutti gli sforzi e gli investimenti nella ricerca di soluzioni all’avanguardia nell’ambito dei sistemi di cambio utensili automatici per presse piegatrici. Con un organico d’una trentina di dipendenti e un fatturato che è passato, dal 2010 a oggi, da 100 mila a 5 milioni di euro, Argesystems ha fatto dell’R&D il proprio punto di forza, sviluppando prodotti tecnologicamente innovativi, applicabili a quasi tutte le presse piegatrici di nuova generazione. «Proprio in concomitanza con l’apertura dell’azienda nel 2010 — ha spiegato Argentin — la subentrata crisi economica internazionale ci ha creato non poche difficoltà, al punto che ho deciso di provare a vendere il prodotto in Brasile, anche perché quel paese aveva un’economia molto fiorente e io avevo ancora dei pregressi contatti, sviluppati durante il mio lavoro precedente. Una mossa decisamente rischiosa, ma anche una delle più belle della mia carriera, poiché ho iniziato a collaborare con molti rinomati costruttori di presso-piegatrici del Paese sudamericano, mercato in cui la tecnologia era un po’ ferma: da quell’esperienza possiamo dire che sia partita la storia di Argesystems. Con il passare del tempo abbiamo incrementato l’offerta di soluzioni pensate per tutti i mercati, con valide ed efficaci alternative a quanto realizzato dai competitor, che si sono rivelate poi le chiavi del nostro successo, attirando l’attenzione di grandi gruppi industriali mondiali».

Nel 2016, l’azienda veneta ha lanciato il primo ATC (cambio utensili automatico) per presse piegatrici, dotato di tecnologia capace di interconnettere il magazzino alla pressa, automatizzando l’intera fase d’attrezzaggio presso-piega: una soluzione innovativa, in termini di processo e di prodotto, che si è affermata nel tempo ed è stata sempre più migliorata, anche grazie alla collaborazione con i migliori partner tecnologici.

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Ecco come si presenta l’impianto completo.

 

L’unione fa la forza

Dalla volontà di aumentare costantemente le prestazioni dei sistemi di cambio utensile automatico è scaturita la necessità da parte di Argesystems di cercare un fornitore affidabile, serio e capace di proporre soluzioni sempre al top della tecnologia. Così, dopo un’attenta valutazione di quanto il mercato potesse offrire, nel 2018 la scelta è ricaduta su Wittenstein, nome importante nel panorama manifatturiero internazionale, capace di assecondare anche le richieste più esigenti di ogni costruttore di macchine.

Filiale diretta di Wittenstein SE, società europea con sede principale a Igersheim-Harthausen a nord di Stoccarda, la società opera nel settore dell’automazione di precisione, realizzando riduttori epicicloidali, attuatori rotativi e lineari, servo-azionamenti, sistemi lineari a pignone e cremagliera, micromotori, componenti per le nanotecnologie, nonché software di dimensionamento e sistemi di trasmissione per i più svariati ambiti industriali. La filiale italiana conta oggi una sessantina di collaboratori e una rete commerciale esterna capace di garantire una presenza capillare su tutto il territorio nazionale, assicurando servizi mirati e tempestivi, dalla fase di progettazione al post-vendita.

«Il cambio utensili automatico è un impianto complesso — ha spiegato Argentin — costituito da molteplici assi, per i quali sono necessari componenti ad alte prestazioni: la soluzione che abbiamo sposato quindi ha visto l’installazione di tutti i componenti Wittenstein, dai riduttori alla trasmissione completa. Dopo un’approfondita analisi, anche con l’ausilio del software di dimensionamento cymex®5, il team tecnico della filiale italiana ha individuato una soluzione adatta alle nostre richieste prestazionali, orientandosi su un pacchetto che comprendeva riduttori della famiglia NP, sia in versione coassiale sia angolare, riduttori con pignoni premontati a dentatura dritta o inclinata, a vite senza fine ad albero cavo e della serie CP sugli assi di rotazione»

Per conferire maggior sicurezza agli assi e più stabilità di fissaggio è stato consigliato l’utilizzo di una flangia R, con fori ad asola, tipicamente usata sui riduttori di fascia molto alta o anche flange rilavorate, per meglio adattarsi ai motori utilizzati, senza allungamento dei tempi di montaggio. L’offerta Wittenstein, dunque, si è articolata sulle linee Basic Line e Value Line, con la fornitura di riduttori epicicloidali angolari della gamma CPK, nonché riduttori angolari delle linee V-Drive CVH e NPK, questi ultimi equipaggiati con pignoni premontati. Sono stati forniti, inoltre, riduttori epicicloidali di precisione coassiali SP+ che rientrano nel segmento Advanced, in grado di raggiungere prestazioni e precisioni maggiori.

Cambio utensili, il partner che fa la differenza
A sinistra: riduttori epicicloidali di precisione SP+. A destra: riduttori coassiali e angolari serie NP del segmento alpha Value Line.

 

«Il nostro prodotto vanta prestazioni elevate — ha aggiunto Argentin — collocandosi in un target differente di mercato, in quanto più preciso, efficiente, affidabile e dagli ingombri ridotti. L’ampia gamma di queste soluzioni che possiamo proporre, unita alla nostra esperienza, ci permette di tarare con precisione il rapporto costo/prestazioni, trovando insieme al cliente la soluzione più giusta per le sue linee. Da una parte, quindi, tutta la precisione tedesca, dall’altra la flessibilità italiana nel saper andare oltre lo standard, all’interno di un rapporto di collaborazione tra noi e Wittenstein, che si basa su grande fiducia e apertura reciproche, a tutto vantaggio del cliente stesso».

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Andrea Argentin, CEO e proprietario di Argesystems.

 

L’ingegno fa l’uomo “illuminato”

Conseguito il diploma di perito meccanico e subito entrato a far parte di un’azienda di Castelfranco Veneto specializzata nel rollforming, Andrea Argentin ha successivamente trovato occupazione presso una grande azienda produttrice di presso piegatrici e cesoie dove lavorando per oltre una decina d’anni nell’ambito della piegatura della lamiera, ha potuto spostarsi tra i diversi reparti e sviluppare sempre nuove abilità. Dopo il fallimento dell’azienda e nonostante il difficile momento lavorativo personale, la consapevolezza di non voler tornare indietro e rifare la «gavetta» ha spinto Argentin a rifiutare alcune offerte d’impiego presso ditte piuttosto strutturate, per orientare tutte le proprie energie nella fondazione di Argesystems. Partendo da un proprio brevetto che aveva registrato in Gasparini e affiancato da suo fratello Alessandro e dall’amico Andrea Locci, nel maggio del 2010 ha fondato una società realizzando, da solo, gli intermedi, coadiuvato qualche tempo dopo da una persona che, nell’ambito di un bando regionale, doveva fare formazione per circa 9 mesi, occupandosi dunque del montaggio di questi intermedi. Alla realizzazione del primo prodotto, un importante cliente ha subito creduto nella bontà della soluzione, acquistandola e dando così ad Argentin la convinzione di aver intrapreso la strada giusta, stimolandolo ad inventare sempre nuove soluzioni meccaniche.

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La sede di Metalco a Castelminio di Resana (TV).

 

L’isola “felice” robotizzata

La partnership instaurata con Wittenstein ha sempre garantito ad Argesystems la consulenza di esperti del settore durante i periodi di progettazione, nonché le forniture nei tempi prestabiliti ed un grande supporto tecnico. E, proprio sulla scorta di queste garanzie, nell’ultimo anno l’azienda veneta ha voluto approcciarsi al grande universo della robotica, realizzando una nuova e innovativa isola robotizzata presso l’azienda Metalco di Castelminio di Resana (TV), impegnata nella realizzazione di arredi indoor e outdoor per contesti urbani e privati. Parliamo di un impianto di circa 29 m di lunghezza, la cui unicità risiede nell’utilizzo di due robot a portale a 8 assi, con l’ottavo asse utilizzato per l’attività di piegatura: robot che possono comunque essere impiegati anche per lo smistamento e la pallettizzazione dello scarico laser. Ciò che caratterizza questi sistemi d’automazione è l’elevata flessibilità dei robot, che possono lavorare con o senza l’intervento umano, arrivando a svolgere turni in maniera totalmente automatica. Infatti, l’impianto è stato progettato per operare 24 ore su 24, gestendo la produzione diurna tramite gli operatori e/o i robot, mentre quella notturna in maniera completamente automatica.