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Comau e MGM Robotics, due anime in un solo corpo

Racer-5 Cobot di Comau è stato messo alla prova da un integratore di lunga data come MGM Robotics, che ha potuto testarlo in applicazioni reali apprezzandone la duplice natura di cobot e di antropomorfo industriale.

di Andrea Pagani e Flavio Della Muzia

 

Il robot che non c’era. Questa potrebbe essere l’espressione che meglio descrive il nuovo collaborativo Racer-5, creato da Comau con l’intento di rivoluzionare il concetto stesso di automazione robotica di tipo industriale. Un progetto che, ancora prima della sua presentazione ufficiale al mercato, ha beneficiato di un collaudo completo e intensivo grazie ai numerosi test eseguiti direttamente sul campo da parte di alcuni integratori individuati da Comau per le proprie peculiarità. Tra questi, MGM Robotics ha ricevuto un esemplare del Racer-5 per analizzarlo e metterlo alla prova con veri processi produttivi.

Fiducia reciproca

Presente da oltre 15 anni sul mercato, MGM Robotics realizza sistemi d’automazione per velocizzare e semplificare le fasi produttive nei diversi settori industriali. Analisi di fattibilità, progettazione, installazione, formazione, assistenza, produzione di documentazione e certificazione sono i punti di forza dell’azienda di Cumiana (TO), capace di assicurare alla propria clientela un ventaglio di soluzioni personalizzate. Personalizzazioni che vengono in primis analizzate all’interno di un ufficio tecnico suddiviso per competenze progettuali in area meccanica, elettrica e software. «Ci siamo sempre orientati verso lo studio di soluzioni all’avanguardia nel campo dell’automazione – afferma Davide Ventrella, Robotic Process Engineer di MGM Robotics – e, per questo, ci serviva un partner in grado di affiancarci con tutta l’esperienza necessaria: così è nata, ormai parecchi anni fa, la collaborazione con Comau, con la quale abbiamo gestito molti progetti importanti e ambiziosi. Quando sei mesi fa ci è stato spedito un prototipo del Racer-5 Cobot, con l’idea di testarlo direttamente sul campo e valutarlo prima del lancio ufficiale sul mercato, abbiamo accettato la sfida con entusiasmo: i nostri campi d’utilizzo dell’automazione, infatti, sono molteplici ed è per questo che Comau ha pensato di affidarci questi test. Non è semplice, infatti, ricreare tutte le possibili casistiche di utilizzo; persino noi ogni tanto veniamo sorpresi dalle richieste di nuovi clienti!».

Una soluzione, infinite applicazioni

Con mezzo secolo d’esperienza sul campo e una forte presenza nei maggiori Paesi industrializzati Comau aiuta le aziende costruttrici, di tutte le dimensioni e di qualunque settore, a migliorare qualità e produttività, riducendo il time to market e i costi complessivi grazie a una struttura che comprende 7 centri d’innovazione, 5 digital-hub e 8 stabilimenti di produzione in cui operano oltre 9 mila persone. «L’idea alla base del Racer-5 ci è piaciuta sin dalla prima presentazione – ha aggiunto Ventrella – essendo questa anima “ibrida” capace di rispondere sia alle necessità tipiche del mondo industriale, sia delle nuove esigenze collaborative tra uomo e robot. Lo abbiamo mostrato a un potenziale acquirente per illustrare le qualità di questa soluzione. Ovviamente in fase di apprendimento il robot è settato in modalità collaborativa, quindi relativamente lento e “cauto” nelle attività svolte. Ho notato la perplessità del cliente mentre il robot, pian piano, svolgeva i compiti assegnati. L’ho invitato ad avere pazienza e, appena ci siamo allontanati, è subentrata l’anima industriale del Racer-5. Il viso del cliente si è illuminato e ha confermato “Così mi piace!”. Insomma, lo aveva visto in azione e ne aveva già apprezzato la semplicità di programmazione e la velocità operativa. Oltretutto, per questioni logistiche, di tanto in tanto un operatore interagiva con i colli movimentati, ma anche da questo punto di vista nessun problema: Racer-5 Cobot riconosce la presenza umana, rallenta senza fermarsi e poi riparte a tutta velocità».

Un concetto rivoluzionario

«Sotto l’aspetto della programmazione – ha sottolineato ancora Ventrella – devo dire che, tra tutti i robot da integrare, la macchina più semplice per noi è sempre stata quella di Comau, perché ci offre una suite applicativa dalle enormi potenzialità, di facile integrabilità e flessibilità. Ma il vero punto di forza di questo cobot, che lo distingue dai prodotti concorrenti, sta nella possibilità di passare dalla modalità collaborativa a quella industriale anche all’interno del medesimo ciclo di lavorazione, nel senso che può funzionare per esempio con velocità industriale per una buona parte della fase produttiva, passando temporaneamente a cobot durante una particolare operazione in presenza di un operatore». Aspetto, questo, assai importante all’interno di un mercato che chiede soluzioni sempre più flessibili; Racer-5 Cobot, in quest’ottica, rappresenta proprio l’evoluzione del concetto di automazione robotica. Dal lato dell’integratore, infatti, l’adozione di questa innovativa tecnologia consente una produzione standard con la sicurezza di un robot collaborativo grazie all’idea di base, che ha caratterizzato tutto il progetto Racer-5, di partire da un antropomorfo di tipo industriale, dotandolo della possibilità di non fermarsi quando un operatore entra nel suo raggio d’azione, ma rallentando fino a “velocità collaborative” e arrestandosi solo in caso di contatto o di emergenza. «Un lavoro certamente non semplice per Comau, anche in virtù delle normative di sicurezza legate alla robotica. Sono stati infatti aggiunti alcuni accorgimenti come dei carter antipizzicamento, riorganizzando i servizi al polso, aggiungendo un collare Led capace di indicare con chiarezza la modalità di lavoro attiva. I progettisti hanno creato poi un’architettura software che da una parte riconosce i contatti accidentali facendo arrestare la macchina in tutta sicurezza e, dall’altra, gestisce il sistema in maniera tale che venga garantito il funzionamento in sola modalità cobot quando un operatore si aggira nei dintorni dell’area di manovra». Un altro vantaggio non trascurabile di Racer-5 Cobot è la possibilità di programmare un robot industriale con l’approccio di un cobot, cioè in modalità Manual Guidance. La flessibilità di utilizzo va incontro alle necessità di quelle aziende che necessitano di cambiare ciclo di lavoro anche diverse volte durante l’arco della giornata. Gli operatori non abituati al joystick per la gestione del braccio possono temere di causare danni o contatti accidentali; con il sistema Manual Guidance, invece, tutto diventa molto più semplice perché il robot può essere spostato e manipolato manualmente, confermando le singole posizioni di lavoro e lasciando poi al software la generazione del programma.

Pratico da installare e da usare

Tra le altre caratteristiche che contraddistinguono il nuovo Racer-5 Cobot oltre alla facilità d’uso c’è la semplicità di installazione, potendo contare a tutti gli effetti dei vantaggi degli antropomorfi industriali ma senza quelle recinzioni che hanno un costo non trascurabile e un ingombro considerevole. In sostituzione  delle barriere fisiche sono stati introdotti dei sistemi laser scanner e radar per la valutazione della presenza dell’uomo in zona critica. «Con il Racer-5 Cobot, tra l’altro, non è necessario l’utilizzo di dispositivi esterni di sicurezza – ha aggiunto Ventrella – se lo si sfrutta esclusivamente in modalità totalmente collaborativa, mentre quando serve la modalità industriale è possibile integrarlo per esempio con un sistema di telecamere o altri sensori per aumentare la sicurezza in stabilimento e rispondere alle normative, giustamente stringenti in questo campo. Il tutto con una soluzione molto “pulita”, che non richiede il passaggio di cavi o tubi esterni perché tutte le utenze (come per esempio aria compressa con e senza elettrovalvola, contatti elettrici, Ethernet e così via) passano all’interno del robot fino al polso, direttamente nella zona dove poi noi integratori collegheremo l’attuatore finale». Un’ultima considerazione riguarda l’aspetto economico: è infatti opinione diffusa il fatto che i cobot siano molto più costosi dei robot industriali anche se, in realtà, quando si analizzano nel dettaglio le due possibili soluzioni da adottare all’interno di un medesimo processo produttivo capita talvolta che la stessa applicazione gestita con un collaborativo risulti più vantaggiosa di quella con un’automazione industriale, tenendo presenti gli innumerevoli fattori che portano alla definizione del prezzo finale di un prodotto. In questo senso, il nuovo Racer-5 Cobot si rivela la soluzione ideale per un’ampia gamma di applicazioni che abbracciano buona parte delle necessità del settore manifatturiero.