Economia

Un 2013 in crescita per l’industria italiana dei robot

Secondo i dati elaborati dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu-Sistemi per Produrre, migliorano tutti i principali indicatori economici del settore

Sono stati recentemente presentati, in occasione della conferenza stampa organizzata da Ucimu-Sistemi per Produrre, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, e Siri, l’associazione italiana della robotica e automazione, i dati di consuntivo 2013 dell’industria italiana della robotica.
All’incontro, ospitato nell’ambito di Lamiera, l’evento espositivo dedicato alle macchine utensili lavoranti con tecnologia a deformazione, sono intervenuti Rezia Molfino, presidente Siri, Domenico Appendino, vicepresidente Siri e Prima Industrie, e Stefania Pigozzi, responsabile Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu-Sistemi per Produrre.
Dall’analisi dei dati elaborati dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu-Sistemi per Produrre emerge che, dopo l’arretramento registrato nel 2012, l’industria italiana della robotica è tornata a crescere.
Nel 2013, infatti, la produzione italiana di robot si è attestata a 490 milioni di euro, il 5,2% in più rispetto al 2012. Il risultato è stato determinato sia dal positivo riscontro delle esportazioni, cresciute, dell’8,3%, a 195 milioni, sia da quello delle consegne sul mercato interno, salite del 3,1% a 295 milioni. Anche il consumo italiano ha registrato segno positivo, +4,9%, per un valore pari a 515 milioni di euro. Il rapporto export su produzione è cresciuto, passando dal 38,6% del 2012, al 39,8% del 2013.
In termini di unità, nel 2013, l’industria italiana del comparto ha prodotto 2.781 robot. Di questi, circa la metà è stato destinato ai mercati stranieri. Il consumo interno, pari a 4.679 robot, è stato soddisfatto, per il 72,8%, dalle importazioni.
Come per gli anni precedenti, anche nel 2013, in Italia, le predominanti aree applicative dei robot sono risultate quelle della manipolazione e della saldatura, che hanno rappresentato rispettivamente, in termini di unità, il 68,3% e il 17% del consumo totale.