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Anima Confindustria: dai dazi USA incertezza e rischi al nostro export

L’accordo USA-UE peserà sul primo mercato di destinazione della meccanica rappresentata da Anima, ma è difficile stimare possibili perdite.

«I termini dell’accordo tra USA e UE creano un clima di incertezza che rischia di far perdere, a tutta la meccanica italiana ed europea, una quota di fatturato non indifferente nei prossimi mesi, anche per effetto della svalutazione del dollaro».

Queste le parole del presidente di Anima Confindustria, Pietro Almici, che ricorda l’importanza degli Stati Uniti per l’industria meccanica italiana. Nel 2024 gli USA sono emersi come la principale destinazione per l’export dei settori rappresentati da Anima Confindustria, con un fatturato di circa 4,4 miliardi di euro.

Tuttavia, i termini dell’accordo tra USA e UE – che prevedono anche un impegno, da parte dell’Unione Europea, di investimenti per centinaia di miliardi di euro a favore degli Stati Uniti – oltre a essere penalizzanti per molti settori industriali europei prevedono un iter che sta sollevando preoccupazioni rilevanti per la salute e la competitività del nostro mercato.

Distogliere risorse

«In aggiunta all’introduzione di dazi così elevati – ha proseguito il presidente – la nostra preoccupazione è che gli investimenti previsti dall’accordo, a cui l’Europa sarà chiamata a far fronte, potrebbero distogliere risorse a supporto dell’industria europea e gravare come costo per le imprese, frenando la crescita di alcuni settori. Come se non bastasse, ad oggi, il disallineamento comunicativo tra istituzioni americane ed europee sull’argomento non rende pienamente comprensibili i termini dell’accordo. In questo momento, possiamo dire con certezza che le nostre aziende perderanno quote di mercato negli USA, ma è difficile fare una stima precisa; l’Ufficio Studi di Anima monitorerà l’impatto che le misure attuate dall’amministrazione statunitense avranno sul sistema industriale Italiano, in particolare per i settori che rappresentiamo».

Effetto catena

Va infatti considerato che tali misure possono avere un effetto a catena sull’intero sistema produttivo italiano, influenzando non solo i produttori diretti di acciaio e alluminio, ma anche i numerosi settori che dipendono dalla meccanica.

«Se da un lato – ha concluso Almici – è fondamentale lavorare per garantire un dialogo costruttivo con gli Stati Uniti, al fine di trovare soluzioni che favoriscano la cooperazione e la competitività reciproca, dall’altro dobbiamo ricordarci di tutti quei mercati emergenti che oggi sono di grande interesse per la meccanica italiana. In questo senso, il trattato tra UE e MerCoSur potrebbe rappresentare una grande opportunità per tutto il comparto manifatturiero. L’industria meccanica italiana è pronta a contribuire attivamente alla definizione di strategie che possano mitigare gli effetti di queste politiche protezionistiche, anche rafforzando la presenza su altri mercati».