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Il 4.0 nella deformazione

Anche nel mondo della deformazione l’Industria 4.0 è un tema molto sentito: ecco l’opinione di alcuni tra i protagonisti della fiera Lamiera

Anche nel mondo della deformazione l’Industria 4.0 è un tema molto sentito: ecco l’opinione di alcuni tra i protagonisti della fiera Lamiera

Lamiera 2016 ha ospitato una serie di appuntamenti dedicati ai settori più disparati. Ovviamente non poteva mancare quello dedicato all’Industria 4.0, un tema caldo che però viene ancora affrontato in modo frammentato.

L’interesse da parte delle aziende è evidentemente elevato, come dimostra l’attenzione che ripongono nelle soluzioni che potremmo definire “4.0 ready”.

Un tema caldo

Risale a qualche decennio fa la prima esperienza che potremmo definire “4.0” di Salvagnini.

«Nel 1985 Salvagnini ha realizzato la prima fabbrica che, partendo dalla lamiera grezza, era in grado di fornire armadi finiti: si trattava di uno stabilimento di General Electric negli Stati Uniti. – spiega Pierandrea Bello di Salvagnini Italia – L’idea di far lavorare insieme tra loro le macchine è dunque nel nostro DNA: ma non ci limitiamo semplicemente a collegarle, bensì le pensiamo, progettiamo e realizziamo affinché offrano il massimo beneficio per l’utilizzatore comunicando tra di loro. I dati raccolti sono utili anche per assecondare un’altra richiesta dei clienti: seguire il flusso di lavoro dal grezzo al pezzo finito e assemblato, il tutto attraverso i differenti sistemi informatici interni e non unicamente in officina. Anche in questo caso, le nostre soluzioni sono pensate per assicurare la massima flessibilità e produttività».

Discorso analogo per Trumpf: una soluzione veramente all’avanguardia non deve limitarsi alla singola macchina o all’ambiente produttivo, ma andare oltre. Esattamente secondo la filosofia dell’interconnessione e della comunicazione tra reparti diversi.

«Per noi Industria 4.0 significa permettere al cliente di valutare a 360° l’intero processo, senza focalizzarsi semplicemente su una macchina ma tenendo conto di ciò che c’è a monte e a valle, integrando i processi e quindi cercando maggiore efficienza nell’intero ambito produttivo. – precisa Alberto Vismara‎ di Trumpf – TruConnect va esattamente in questa direzione: il cliente può personalizzare la propria esperienza aggiungendo le app che ritiene utili. L’acquisizione di società operanti in questo settore ci permette di assicurare una consulenza completa per l’analisi delle informazioni e dei processi. L’unico requisito che al momento chiediamo è che il cliente sia già organizzato con logiche di lean production, altrimenti gran parte dei vantaggi ottenibili non si possono ottenere altrettanto facilmente. Infine, nonostante gli automatismi e le ottimizzazioni, non si può prescindere dalla “componente umana” che deve garantire una corretta supervisione».

L’importanza dei dati

Tra le preoccupazioni innescate dall’Industria 4.0 c’è sicuramente quella della sicurezza dei dati.

«Non tutti i clienti sono disposti a condividere i dati di produzione, anche per questo occorre valutare i benefici. – conferma Sandro Riggio di Prima Power – Il nostro approccio in tal senso è votato alla massima trasparenza: dei dati raccolti, decidiamo con il cliente quali sono quelli necessari per l’erogazione del servizio e quali, invece, non devono essere utilizzati. In questo modo il cliente può prevenire con ragionevole anticipo un eventuale guasto alla macchina o pianificare uno stop per la manutenzione programmata: tutte le aziende tendono infatti a ridurre al minimo le scorte a magazzino e a produrre solo quando necessario, quindi lavorare con la certezza della disponibilità della macchina è fondamentale. Per noi di Prima Power rappresenta un nuovo servizio da offrire al cliente che ci permetterà di mantenere sotto controllo gli impianti a distanza, riducendo gli interventi e i costi a carico nostro e del cliente stesso. Potremo inoltre monitorare la macchina sul fronte dell’efficienza, dando utili indicazioni al cliente al fine di ottenere prestazioni migliori».

Un dettaglio importante – ma a volte sottostimato – è quello legato agli standard di comunicazione. In un mondo che vuole essere totalmente interconnesso si tratta di una questione cruciale.

«La parte complicata è realizzare degli standard condivisi. – spiega Daniele Migliorini di ECS – I nostri sistemi, essendo basati su Windows, sono perfettamente compatibili con tutti i principali protocolli. Mi rendo conto che trovare la strada giusta non sia semplice né veloce, vista anche la confusione che ancora regna in questo ambito, ma occorre fare dei passi in una direzione e proseguire in tal senso: grazie al protocollo EtherCat non abbiamo problemi nell’implementare questo tipo di funzionalità. Offriamo ciò che il committente chiede, anche al di là degli standard, ma sempre con un occhio di riguardo per la sicurezza. Nel mondo delle macchine per la lavorazione della lamiera è ancora un argomento poco sentito, mentre lo è per l’asportazione di truciolo: in ogni caso siamo flessibili e possiamo offrire ogni soluzione ci venga richiesta».

Anche per Procam l’argomento Industria 4.0 va ben oltre la singola macchina.

«Siamo convinti che non ci si debba limitare all’ottimizzazione di un prodotto o di un processo, ma che occorra estendere il più possibile in ambito aziendale le potenzialità di questa filosofia. – conferma Stefano Simonato di Procam – È fondamentale andare anche oltre la produzione, fino all’area amministrativa, a quella logistica ecc. C’è sempre maggiore necessità di gestire le informazioni e Radan offre la possibilità di coprire ad ampio spettro molti temi della macchina utensile per la lamiera (pressopiegatura, punzonatura, taglio laser ecc.), inclusi tutti i dettagli legati alla gestione della commessa. Le piccole e medie imprese sono particolarmente interessate a queste tematiche poiché non possono contare sulle risorse o sulle strutture delle grandi aziende e devono sfruttare le possibilità offerte dalla più recente tecnologia».