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Le strategie per tornare in vetta. Intervista a Massimo Carboniero, Presidente UCIMU

Le considerazioni e gli obiettivi di Ucimu - Sistemi per Produrre, espressi dal Presidente Massimo Carboniero, evidenziano la volontà e la necessità di ripresa, non solo del settore macchine utensili, ma di tutta l'economia italiana.

In vista dell’imminente fase 2, è importante capire quali sono le previsioni e soprattutto cosa fare per aiutare le imprese italiane nel momento più decisivo per il Paese. Il 4 maggio è pertanto una data molto importante per tutti gli Italiani e soprattutto per tutte le imprese che in questi ultimi mesi hanno subito un brusco calo del fatturato e della produzione a causa dell’emergenza Coronavirus.

Massimo Carboniero presidente Ucimu Sistemi per ProdurreI dati del primo trimestre del 2020 hanno infatti registrato un calo importante a seguito all’emergenza sanitaria. Il Presidente di Ucimu – Sistemi per Produrre, Massimo Carboniero, si è espresso in merito alla situazione del settore macchine utensili: “L’indice raccolto da noi costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazioni è risultato in calo dell’11%, con un impatto molto più marcato sul mercato interno; parliamo infatti di un -41,3%, rispetto allo stesso trimestre del 2019. C’è però anche un dato negativo sul mercato estero con un -4,4% che preannuncia una certa tendenza. Nei primi due mesi dell’anno, l’entrata ordini del nostro settore andava bene e seguiva i trend del 2019, rispettando le previsioni. Da fine febbraio la raccolta ordini si è praticamente arrestata, causa Coronavirus. La situazione è risultata molto pesante sul mercato interno, che mai era crollato così nello spazio di un mese, e comunque difficile anche sull’estero. I dati positivi di gennaio e febbraio sono stati infatti completamente ribaltati dal dato negativo del mese di marzo”.

Da questi dati risulta quindi estremamente evidente che è necessaria una riapertura delle imprese. “Occorre ripartire e riaprire le nostre aziende – ha dichiarato il Presidente Carboniero, per poi aggiungere – ci sono diversi fattori da valutare: noi imprenditori di macchine utensili, mettiamo al primo posto la salute e la sicurezza dei nostri collaboratori ma bisogna imparare a convivere con il Coronavirus fino a che non ci sarà un vaccino disponibile per tutti: questo significa garantire produzione, occupazione e lavoro. Nel periodo di lockdown abbiamo perso opportunità di lavoro importanti con l’estero perché i nostri clienti, trovando chiuse le nostre aziende e non avendo quindi garanzia sui tempi di consegna delle macchine già ordinate o da ordinare, hanno deciso di rivolgersi ai nostri concorrenti esteri. Infatti, molti paesi come la Germania, che oltre all’Italia è tra i più grossi produttori ed esportatori di macchine utensili, stanno tuttora lavorando. Tutto questo non fa che acuire il problema, riducendo la nostra forza di esportatori, frutto del grandissimo lavoro fatto negli anni dalle nostre aziende con grandi investimenti in innovazione, qualità e marketing, rischiando, con la chiusura, di perdere quote di mercato importanti. Questo non deve assolutamente accadere per cui bisogna ripartire il più in fretta possibile, sempre con la sicurezza al primo posto”.

Quello delle macchine utensili è uno dei settori strategici per l’Italia e con esso tutto il mondo della meccanica, rappresentando la base di gran parte delle filiere manifatturiere, anche di quelle essenziali.

“Per questo il blocco del nostro settore ha un impatto negativo non solo sulle nostre imprese ma sull’intera economia italiana. Ciò rende ancora più difficile comprendere la decisione del Governo di escludere la nostra produzione dai codici ATECO abilitati fin dal 14 marzo a lavorare. Se guardiamo poi al mondo della meccanica che è la spina dorsale dell’economia italiana – ha commentato il Presidente Carboniero – parliamo di un settore che produce in totale 430 miliardi di fatturato e che esporta per 225 miliardi. Bloccare questo settore è sicuramente un danno notevole per l’economia. Esso infatti non riguarda solo il mancato fatturato, la mancata produzione e i conseguenti problemi di liquidita, ma anche il rischio dal punto di vista occupazionale”.

Il fattore estero per la ripresa

Nella fase di ripresa il mercato estero è importante e lo è ancora di più supportare le aziende italiane nell’attività di internazionalizzazione. L’Italia ha attraversato un momento particolarmente difficile all’inizio dell’emergenza, dovuto alle discriminazioni subite da parte degli altri Paesi europei che hanno cancellato ogni collaborazione con i tecnici italiani per paura di un possibile contagio. Successivamente il Coronavirus è arrivato dappertutto, fino a divenire un problema globale.

Massimo Carboniero presidente Ucimu Sistemi per Produrre“Siccome siamo stati i primi ad aver avuto questo problema, spero che potremo essere altrettanto i primi a riprendere una vita normale -ha dichiarato il Presidente di Ucimu, per poi aggiungere – dovremo sicuramente investire nella manifattura italiana e dovremo ritornare a essere un’attrazione per tutto il mondo economico e industriale. Importante diventa quindi non solo l’azione verso il mercato estero (outcoming) ma anche l’azione di attrazione verso l’Italia (incoming) richiamando qui, quando la situazione sarà normalizzata, tutti i più importanti soggetti economici a livello mondiale”.
“Con Ucimu avremo un importante momento alla BI-MU, la biennale della macchina utensile che si terrà dal 14 al 17 ottobre, e vorremmo giocare una carta importante in collaborazione con Fiera Milano, per essere una delle prime fiere che si svolgeranno dopo l’emergenza. Tutto questo lo faremo garantendo la sicurezza di tutti gli operatori presenti, avvalendoci di tutti gli strumenti innovativi disponibili, definendo percorsi e spazi specifici, e approntando accorgimenti particolari come la maggiorazione della larghezza dei corridoi. Stiamo già lavorando a tutto questo perché si tratta di iniziative che vanno attivate subito per poterne garantire efficacia e efficienza“.

Il decreto liquidità

Per quanto riguarda il sostegno alle imprese, il Governo ha annunciato una serie di aiuti significativi, che però dovranno tramutarsi al più presto in liquidità.

“Il decreto liquidità può conferire benefici solo se ci sono aziende che lavorano. – ha commentato il Presidente Carboniero – Con questa premessa, occorre meno burocrazia e tempi più veloci per usufruire della liquidità. Per questo è importante accelerare i tempi di fruizione ma è altresì importante che i piani siano più lunghi di quanto previsto perché le imprese che devono reagire a questa crisi senza precedenti, hanno bisogno di più tempo per rialzarsi.

L’impegno delle imprese del settore

Il Presidente Carboniero ha voluto infine evidenziare l’impegno mostrato da tutto il settore macchine utensili nell’affrontare questa emergenza.

“Vorrei sottolineare l’impegno e il grande senso di responsabilità che abbiamo noi imprenditori delle macchine utensili. Ho avuto occasione di confrontarmi con tanti miei colleghi associati, e vorrei dire che stiamo investendo in maniera importante per dotare le aziende di tutti i sistemi di sicurezza necessari ai nostri collaboratori affinché si operi in piena tranquillità sanitaria. Siamo pronti da tempo, non solo con le misure del decreto del 14 marzo, ma con ulteriori migliorie per garantire ai nostri collaboratori sicurezza nel lavorare nelle nostre aziende. Siamo noi i primi a tenere alla salute dei nostri collaboratori. Operiamo infatti perché le nostre aziende siano non solo luoghi salubri ma un modello sicuro di convivenza con questa situazione, garantendo la salute di tutti. Tutto questo lavoro fatto nelle nostre imprese ma anche nei contesti comuni, quali le fiere, ci permetterà certamente di affermarci ancora una volta, anche dopo questa crisi, come polo di attrazione economico per tutto il mondo, essendo noi il secondo Paese manifatturiero europeo”.

a cura di Ester Santucci ed Ezio Zibetti