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Progetto Galileo, altri 600 milioni in Toscana

Baker Hughes GE aumenta il legame con la Regione, proseguendo i buoni rapporti dopo il supporto ai suoi progetti di sviluppo.

Enrico Rossi (presidente della Regione Toscana), Carlo Calenda (Ministro dello Sviluppo Economico) e Massimo Messeri (presidente di Nuovo Pignone, del gruppo Baker Hughes GE) hanno sottoscritto a Firenze un addendum all’Accordo di programma per il progetto Galileo che vale un totale di 600 milioni di euro, il «più grande investimento mai fatto da un’impresa in Toscana». in parte già impiegato ma anche nei prossimi programmi di Nuovo Pignone.

L’intesa vuol sostenere le attività di Ricerca & Sviluppo del gruppo Nuovo Pignone nella regione per quanto riguarda turbine e compressori centrifughi con un sostegno pubblico/privato per 65 milioni di euro: 13 dal Governo, 7,8 dalla Regione e 44,2 dalla multinazionale da poco più di un anno unitasi al ramo Oil&Gas di General Electric, che prosegue la presenza in terra di Toscana dopo il supporto, non soltanto economico, della Regione.

Pochi sanno che in Toscana si trova il maggior centro di progettazione e realizzazione delle turbine per l’Oil & Gas al mondo: il programma Galileo punta ad accentuare la Regione come centro di eccellenza nel mondo per lo sviluppo di turbine e compressori Oil & Gas, concentrando così nel nostre Paese l’intero processo di progettazione e produzione. il ministro Calenda ha parlato di «settori che sono quelli più importanti per noi in termini di politica industriale: Industria 4.0 da un lato e la Strategia energetica nazionale dall’altro», mentre Rossi e Messeri hanno mostrato tranquillità sulle ipotesi di cessioni di BHGE da parte della controllante General Electric, perché già società distinta e quotata in Borsa separatamente: «Ci unisce un accordo di supporto formale per due anni, e ci unisce un azionariato di maggioranza. Quello che ci preoccupa è solo il mercato», ha dichiarato Messeri.

Non sono mancate le richieste affinché il progetto Galileo sia più conforme alle recenti strategie energetiche governative, dichiaratamente rivolte in favore di fonti rinnovabili, che in GE corrispondono da sole a un quinto dell’intero installato “green” del pianeta. Anche perché la Toscana non mancano le aziende che hanno molto da dire in ambiti come il geotermico: nuovi investimenti da questo punto di vista salderebbero ulteriormente i legami.