
Gli ordini di macchine utensili crescono nel Q2 2025, soprattutto sul mercato interno. Ucimu avverte: la ripresa è fragile e influenzata da fattori geopolitici, protezionismo USA e incertezza normativa.
L’andamento positivo della raccolta ordini in ambito macchine utensili non compensa le condizioni di contesto che peggiorano con il passare dei mesi destando preoccupazioni.
Sono queste le prime parole di Riccardo Rosa, presidente di Ucimu-Sistemi per Produrre, a margine del rilascio dell’indice degli ordini di macchine utensili, elaborato dal Centro Studi & Cultura di impresa di Ucimu-Sistemi per Produrre, relativo al secondo trimestre 2025.
Gli ordini di macchine utensili stupiscono

C’è di buono che l’incremento degli ordini ha visto un +22% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Rispetto al secondo semestre 2024 gli ordini raccolti sul mercato domestico sono cresciuti del 70,3% mentre la crescita connessa alla raccolta ordini del mercato estero è stata del 9,5%.
A margine della pubblicazione dei dati, Rosa ha però invitato alla prudenza: «Questa crescita, pur positiva, va letta tenendo conto del punto di partenza estremamente basso del secondo trimestre 2024, uno dei momenti peggiori per il settore, escludendo solo la fase critica della pandemia. Si tratta quindi di un rimbalzo tecnico, non ancora di una vera e propria ripresa strutturale».
Il mercato ordini delle macchine utensili resta instabile: tra tensioni geopolitiche e minacce di nuovi dazi
Nonostante i segnali positivi sugli ordini, il quadro generale degli ordini delle macchine utensili resta fortemente condizionato da fattori esterni che generano instabilità e rallentano le decisioni di investimento da parte delle imprese. Le tensioni geopolitiche internazionali, in particolare le dichiarazioni protezionistiche provenienti dagli Stati Uniti, stanno creando forte incertezza.
«La volatilità delle decisioni politiche, come gli annunci di nuovi dazi da parte americana verso l’Unione Europea, rende i mercati meno prevedibili. In questo contesto è difficile per le imprese pianificare investimenti in tecnologie produttive e strategie industriali a medio termine», ha sottolineato Rosa.
Ucimu chiede un impegno più concreto da parte dell’Unione Europea, soprattutto sul fronte della sburocratizzazione e della conclusione di accordi di libero scambio con aree economiche in forte sviluppo.
«Le imprese italiane stanno facendo la loro parte, cercando di diversificare i mercati di riferimento. Ma serve un sostegno deciso delle istituzioni per rafforzare la nostra capacità di esportazione e ridurre il gap competitivo con altri Paesi industrializzati».
Transizione ecologica: neutralità tecnologica e attenzione all’industria delle macchine utensili
Un altro tema cruciale affrontato da Ucimu riguarda la transizione ecologica, in particolare nel settore automotive. Secondo Rosa, il percorso di decarbonizzazione deve essere gestito con pragmatismo, senza compromettere la tenuta industriale ed occupazionale del comparto.
«Non siamo contrari alla transizione green. Ma chiediamo che le modalità e le tempistiche siano realistiche, calibrate sugli effetti che le imprese dovranno affrontare. Il principio di neutralità tecnologica deve essere centrale: le aziende devono poter scegliere le tecnologie più adatte per raggiungere gli obiettivi ambientali, senza vincoli ideologici o imposizioni che rischiano di penalizzare interi settori».
Ucimu avverte che spingere verso un’unica tecnologia, ad esempio nell’elettrico, senza considerare soluzioni alternative, può portare a effetti distorsivi, senza ottenere benefici ambientali proporzionati.
Fine di Transizione 4.0 e 5.0: serve subito una nuova politica industriale
Con la chiusura imminente dei programmi di incentivo Transizione 4.0 e 5.0, Ucimu lancia un forte appello per costruire una nuova strategia industriale nazionale che supporti il settore manifatturiero nei prossimi anni. «Non possiamo permetterci un vuoto di programmazione proprio ora. È necessario avviare un confronto serio e tempestivo su come rilanciare la nostra industria in un contesto globale in continuo mutamento. Serve una visione di lungo termine». Il presidente Rosa conferma la disponibilità di Ucimu a collaborare con le istituzioni e con le associazioni industriali per definire un nuovo piano di politica industriale, in grado di affrontare le sfide della competitività, dell’innovazione e della sostenibilità.
Macchine utensili: segnali incoraggianti, ma serve una risposta sistemica
Il secondo trimestre 2025 mostra un segnale positivo per il settore delle macchine utensili, ma le imprese restano caute. Il rimbalzo degli ordini, sebbene rilevante, si confronta con un trimestre storicamente debole.
I nodi strutturali, come l’instabilità geopolitica, la mancanza di politiche industriali efficaci e la transizione ecologica mal gestita, restano sul tavolo. Ucimu-Sistemi per Produrre chiede quindi risposte chiare e coordinate da parte delle istituzioni italiane ed europee per affrontare con efficacia le sfide industriali dei prossimi anni e garantire al settore un percorso di crescita solido e duraturo.
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