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Manufacturing Technologies and Robotics, l’industria italiana si presenta al mercato britannico

Oltre 200 ospiti, tra costruttori e utilizzatori di macchine utensili e robot, che si sono dati appuntamento all’Imperial College di Londra per il forum “Manufacturing Technologies & Robotics: the future in now” organizzato nella capitale britannica da Ucimu - Sistemi per Produrre, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, Ministero dello Sviluppo Economico e ICE-Agenzia.

Forte del posizionamento nelle graduatorie mondiali di settore, ove occupa saldamente la quarta posizione tra i costruttori e la terza tra gli esportatori, l’industria italiana della macchina utensile ha scelto Londra come meta per presentare le sue eccellenze manifatturiere, in risposta alle esigenze del mercato del Regno Unito oggi impegnato in un processo di re-industrializzazione divenuto ancor più imprescindibile dopo il referendum sulla Brexit.

Con 32 mila addetti, 400 imprese e un fatturato che, nel 2017, si è attestato a oltre 8 miliardi di euro, l’industria italiana di settore destina circa il 60% della produzione ai mercati esteri che da sempre ne apprezzano l’offerta per l’alto contenuto tecnologico, la forte personalizzazione e l’assistenza garantita anche post-vendita. Alle caratteristiche tradizionali, anche grazie alle importanti misure introdotte dal governo italiano in Industria 4.0, i costruttori italiani oggi aggiungono un’ampia dimensione digitale, che si traduce in maggior automatizzazione e interconnessione di macchine e processi, entrambi elementi di sicuro interesse per utilizzatori e partner britannici intenzionati a dotare i propri stabilimenti produttivi di tecnologie d’ultima generazione.

«Con questo forum – ha affermato Carboniero – insieme a Ministero dello Sviluppo Economico e ICE-Agenzia, abbiamo voluto creare un momento di confronto tra due paesi, Italia e Gran Bretagna, entrambi attraversati da una profonda e positiva trasformazione dei rispettivi sistemi industriali. Il Regno Unito è impegnato in un importante programma di re-industrializzazione; l’Italia è invece nel bel mezzo della trasformazione digitale del proprio manifatturiero che, anche grazie ai provvedimenti di super e iperammortamento, ha reso ancora più competitiva la produzione italiana di settore dotata oggi di tecnologie 4.0». Su queste basi Ucimu – Sistemi per Produrre e ICE-Agenzia, attraverso l’ufficio di Londra, hanno costruito il forum che ha visto la partecipazione di istituzioni, rappresentanti del mondo dell’industria e del mondo accademico dei due Paesi. Accanto allo stesso Carboniero, sono intervenuti in apertura dei lavori Raffaele Trombetta (ambasciatore d’Italia a Londra) Roberto Luongo (direttore dell’Ufficio ICE di Londra) e Mike Berry (Board Member di MTA), da sinistra nella foto in alto.

Interessante è stato poi il confronto tra Keith Hodgkinson (Deputy Director Manufacturing, Defence & Marine al Department of Business, Energy & Industrial Strategy) e Stefano Firpo (Direttore Generale per la politica industriale, la competitività e le PMI del Ministero dello Sviluppo Economico italiano), in collegamento da Roma. Valore aggiunto dell’iniziativa è stata la presenza della numerosa delegazione di imprese italiane: Pietro Carnaghi di Villa Cortese (MI), Mandelli Sistemi di Piacenza, Balance Systems di Pessano con Bornago (MI), Omera di Chiuppano (VI), Marposs di Bentivoglio (BO), Comau di Grugliasco (TO), Sisma di Piovene Rocchette (VI), Ghiringhelli di Luino (VA), MCM di Vigolzone (PC) e Prima Industrie di Collegno (TO) che, con la loro testimonianza, hanno contribuito a meglio presentare la produzione italiana di comparto. Nel pomeriggio, prima della visita ai laboratori dell’Imperial College, la scena è stata delle università e dei centri di ricerca, in rappresentanza delle eccellenze dei sistemi italiano (Politecnico di Milano, Università Federico II di Napoli, Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, Scuola Superiore S. Anna di Pisa, Politecnico di Torino) e britannico.

«Con questo forum – ha concluso Carboniero – intendiamo sottolineare all’attenzione dei partner d’Oltremanica, anche attraverso la diretta testimonianza di alcune tra le migliori realtà imprenditoriali di settore, le opportunità offerte dalla nuova tecnologia italiana. Obiettivo di questa iniziativa porre le condizioni affinché le controparti tornino a casa con un’idea più precisa di quanto è possibile fare insieme, secondo lo spirito della collaborazione e della partnership con cui noi costruttori italiani operiamo sui mercati esteri». Luongo ha quindi concluso: «Quella di oggi è una grande opportunità per presentare le migliori tecnologie italiane al sofisticato mercato britannico. La grande attenzione che Ucimu ha posto nel collaborare a questa iniziativa è conferma della validità del progetto che, siamo certi, potrà essere attivatore di interessanti relazioni e confronti tra gli attori dei due sistemi Paese».