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Più robot nelle fabbriche: la situazione

Un mercato in costante crescita con ottime prospettive future: è il quadro generale dell’automazione in fabbrica, emerso a un incontro organizzato da Siri, l’associazione italiana di robotica industriale.

di Davide Davò

381 mila: è il considerevole numero di nuovi robot installati nel mondo durante tutto il 2017 (a oggi, l’ultimo anno di cui disponiamo i dati completi). Un valore che conferma il periodo decisamente positivo che sta attraversando la robotica negli ultimi tempi, con ottime proiezioni sul futuro. Un quadro dettagliato della situazione legata a robot e automazione in Italia e nel mondo è stato fornito da SIRI (Associazione Italiana di Robotica Industriale) durante un evento dedicato all’impatto dell’automazione sul lavoro in fabbrica.

Diffusione globale

Domenico Appendino, presidente di SIRI (nelle foto in alto, al centro), ha aperto i lavori illustrando l’evoluzione dei sistemi di automazione all’interno della filiera produttiva, evidenziando come alla nascita e per diversi decenni a seguire questa tecnologia venisse interpretata quasi esclusivamente come una soluzione per il trasporto dei prodotti in lavorazione. Dai circa 3 mila robot industriali operativi in tutto il mondo nel 1973 (dato rilevato in uno dei primi censimenti realizzati in ambito di applicazioni robot) si è giunti oggi a superare il milione di installazioni, con una crescita nei numeri affiancata dall’aumento della tipologia di operazioni affidate a un sistema di automazione. Appendino ha infatti precisato che tra gli obiettivi dell’introduzione di un robot, oltre alla diminuzione della fatica fisica per l’operatore figura anche il miglioramento delle condizioni di salute e benessere degli operatori all’interno dell’azienda sotto molteplici punti di vista.

La parola è quindi passata ad Arturo Baroncelli, Past President di IFR – International Federation of Robotics, un organismo che collega le associazioni di robotica dei Paesi industrializzati e di cui SIRI è membro. Baroncelli (nelle foto in alto, a sinistra) ha commentato i dati più recenti, da cui emerge l’ottimo stato di salute del mercato della robotica. Nel mondo infatti è stato venduto il 30% in più di robot rispetto al 2016, con l’Asia che ha assorbito oltre i due terzi delle 381 mila unità vendute, seguita nell’ordine da Europa e America. Da sottolineare che il 73% del mercato è rappresentato da soli 5 Paesi: Cina (36%), Giappone (12%), Corea (10%), Stati Uniti (9%) e Germania (5%). Interessanti le riflessioni legate ai primi due mercati, in quanto la Cina ha fatto registrare una crescita record, ma nonostante questo dato ha ancora un rapporto tra numero di robot installati e operatori molto lontano da quello che caratterizza i Paesi nei quali l’automazione ha una presenza importante nelle fabbriche (tra i quali figura anche l’Italia). Considerando il numero di operatori impiegati nelle aziende cinesi, si può facilmente intuire il potenziale di questo mercato. Baroncelli si è soffermato anche sul dato relativo al Giappone, che pur essendo un mercato maturo per quanto riguarda l’automazione continua a crescere in modo costante e importante.

Italia in crescita

E l’Italia? Qual è la situazione dei robot nel nostro Paese? Decisamente positiva. In quanto a vendite, nel 2017 ha confermato la seconda posizione in Europa dietro la Germania e l’ottava nel mondo, con una crescita del 19% che si dimostra doppia rispetto alla crescita tedesca e tripla se confrontata con quella statunitense. La stima di mercato che SIRI elabora ogni semestre relativamente al nostro Paese è per il primo semestre del 2018 ancor più positiva, mostrando un’attesa di crescita del 31% rispetto allo stesso periodo del 2017. Baroncelli ha proseguito il proprio intervento illustrando gli ambiti industriali a cui sono destinati i sistemi di automazione, con il settore automotive che si conferma trainante per le applicazioni industriali e principale settore nel quale i robot trovano applicazione. Una posizione insidiata, per così dire, dall’elettronica, i cui numeri si stanno avvicinando ai valori dell’automotive. Il terzo settore di sbocco è invece il metal, che racchiude tutte le applicazioni che riguardano il metallo a esclusione di quelle legate al mondo dall’auto.

La percezione tra le aziende

Sempre più robot nelle fabbriche, dunque, e sempre più persone nelle aziende. Secondo quanto è emerso dal World Economic Forum 2018 infatti l’introduzione dei robot porterà alla perdita di 75 milioni di posti di lavoro da oggi al 2025, ma il loro inserimento nelle fabbriche genererà nuove esigenze creando così 133 milioni di nuovi posti di lavoro, con mansioni diverse e più qualificate. Massimo Sumberesi, Head of Doxa Marketing Advice (nelle foto in alto, a destra), è intervenuto in proposito spiegando come il tema del rapporto tra numero di robot e numero di persone debba essere valutato con una visione globale delle attività svolte in azienda. Parlando di operazioni da portare a termine direttamente sulla linea di produzione, è inevitabile che il robot si vada a sostituire all’operatore sollevandolo dal compiere attività ripetitive e gravose. Considerando invece la produzione nel suo complesso, si nota una modifica delle competenze richieste agli operatori con la conseguente creazione di nuove figure professionali.

In generale, dai dati emersi da vari studi di settore si nota come la percentuale di occupazione in un Paese cresca al crescere dell’automazione presente in azienda, poiché le realtà che inseriscono questi sistemi nella propria produzione sono in grado di aumentare il proprio fatturato, espandendosi e generando così nuovi posti di lavoro. Inoltre Sumberesi ha commentato i dati di un rapporto elaborato da Doxa che ha coinvolto aziende con più di 10 dipendenti con l’obiettivo di comprendere l’atteggiamento delle imprese nei confronti dei robot. Tale rapporto evidenzia come le realtà che già dispongono di sistemi di automazione siano più aperte alla possibilità d’introdurre ulteriori robot nella propria linea, mentre le società che ancora non ne fanno uso si dimostrano meno “calde” all’adozione di sistemi di automazione. Si tratta comunque di un quadro positivo nel complesso, dove i vantaggi dell’utilizzo di soluzioni robotizzate diventano più evidenti una volta che le aziende hanno la possibilità di valutarle all’opera all’interno del proprio sistema produttivo.

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