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Saldatura ossiacetilenica

Come funziona la saldatura ossiacetilenica? Cos’è il cannello? Scopriamo questo tipo di saldatura in questo articolo tecnico TechMec.

A differenza di quanto avviene nella saldatura MIG MAG e nella saldatura TIG, nella famiglia delle saldature a ossigas, il calore necessario alla fusione del metallo di base e al materiale d’apporto viene fornito dalla combustione di un gas (combustibile) con l’ossigeno (comburente). Il combustibile e l’ossigeno sono contenuti in bombole ad alta pressione; vengono poi convogliati al dispositivo, chiamato “cannello”, separatamente che si occupa di miscelarli nel rapporto opportuno; da questo, escono attraverso un apposito ugello bruciando ad altissima temperatura.

I gas combustibili che possono essere usati sono:

  • Idrogeno (fiamma ossidrica), che raggiunge 2500 °C;
  • Acetilene (fiamma ossiacetilenica), che raggiunge 3200 °C;
  • Altri gas tra cui metano, propano e butano, con temperature attorno ai 2750 °C;

Come funziona la saldatura ossiacetilenica

Nella saldatura ossiacetilenica, la fiamma raggiunge una temperatura adatta alla saldatura. Contrariamente da quanto succede con le altre saldature ossigas che, raggiungendo temperature più basse, vengono impiegate per riscaldare il materiale o per l’ossitaglio, ma non per saldare.

I parametri che influenzano la saldatura ossiacetilenica sono principalmente:

  • Tipo di materiale di base da saldare;
  • Spessore dei pezzi;
  • Tipo di giunto;
  • Posizione del cordone di saldatura rispetto all’operatore;

A questi vanno aggiunti i parametri della saldatura, tra cui l’inclinazione del cannello, il verso e la velocità di avanzamento del cannello e della bacchetta.

Il materiale d’apporto è fornito in bacchette o bobine di diverso diametro, in accordo con la dimensione e la tipologia di cordone che si vuole eseguire. Come regola empirica si può assumere che il diametro debba essere uguale o leggermente inferiore allo spessore delle lamiere da unire. Per evitare che l’ossigeno dell’atmosfera entri in contatto con il bagno di saldatura ancora fuso, riducendone le caratteristiche meccaniche, è opportuno usare delle sostanze disossidanti. Queste possono essere spalmate lungo il giunto da saldare in modo che, durante la fusione del bagno, proteggano il metallo fuso dall’azione negativa dell’ossigeno dell’aria circostante.

Il cannello, che ruolo ha nella saldatura ossiacetilenica

Il cuore di questa tipologia di saldatura è il cannello: è composto dalla lancia su cui è montato l’ugello, i due rubinetti di regolazione dell’acetilene e dell’ossigeno, i due attacchi portagomma dell’acetilene e dell’ossigeno e, infine, l’impugnatura. Come detto, questo dispositivo miscela il comburente e il combustibile, per mezzo di due rubinetti di regolazione. La caratteristica che contraddistingue un cannello è la potenza erogata, valutata come portata volumica in litri di acetilene/ora. La portata di acetilene varia tra 25 l/h per lavori leggeri, fino a 1500 l/h per saldature di grandi spessori. Questo parametro viene stampigliato sugli ugelli in dotazione con il cannello.

Il cannello è collegato all’alimentatore di acetilene e ossigeno per mezzo di tubi in gomma. Dei riduttori di pressione abbassano quella delle bombole (tipicamente caricate a 150-200 bar), fino alla pressione d’utilizzo. La pressione può essere bassa (di circa 10-30 mbar) oppure alta (0.5-1 bar). I cannelli ad alta pressione sono preferiti nelle lavorazioni in serie, in quanto garantiscono un’erogazione fissa e una miscelazione ottimale dell’ossigeno (1.1 volte il consumo di acetilene). Tuttavia, questi ultimi sono più pericolosi dei cannelli a bassa pressione (puoi dire come mai magari).

Per la stesura di questo articolo sono state consultate le seguenti fonti:

Pasquinelli M., “Tecnologia meccanica e laboratorio tecnologico”, Giunti editore.

 

a cura di Ing. Alberto Mora