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Salvagnini, combinazione vincente

P-Robot è l’applicazione Salvagnini che potenzia le pannellatrici con flessibilità e produttività.

L’attuale contesto industriale nazionale e internazionale pone le aziende di fronte a continue sfide sempre più impegnative da superare. Infatti, soprattutto negli ultimi anni, le esigenze dell’intero comparto sono cambiate: i grandi lotti tipici della produzione in serie si sono trasformati in lotti medio-piccoli o sono stati completamente sostituiti da produzioni just-in-time. Alto indice di rotazione dei codici, lead time compressi e costante carenza di personale altamente qualificato hanno spostato l’attenzione su automazione e robotizzazione, che consentono di estendere la produzione oltre i tradizionali turni di lavoro presidiati e di dedicare gli operatori solo ad attività ad alto valore aggiunto.

L’unione perfetta

Robotizzare non è semplice, ma la robotizzazione resta una tendenza estremamente attuale. Le nuove installazioni di robot nell’industria manifatturiera, nel 2022, hanno toccato il massimo storico di 517.385 unità: un aumento del 31% rispetto al 2022. I robot in uso sono ormai più di 3.5 milioni, dice l’IFR. Ecco perché Salvagnini ha introdotto P-Robot, una applicazione che combina una pannellatrice e un robot per produrre autonomamente kit, lotti e pezzi singoli.

Salvagnini, combinazione vincente«Affrontiamo da tempo – spiega Nicola Artuso, Product Manager di Salvagnini per le tecnologie di piegatura – la robotica applicata alla lavorazione della lamiera. Volevamo però una soluzione smart, molto più semplice di quelle disponibili sul mercato: più semplice da programmare, più semplice da utilizzare, capace se possibile di elevare a potenza la flessibilità e la produttività delle nostre pannellatrici. E volevamo fosse una soluzione adatta anche alle nostre pannellatrici compatte, non soltanto a quelle automatiche. Con P-Robot siamo certi di avere centrato l’obiettivo».

Pannellatrice standard, applicazioni su misura

Il razionale su cui è stata progettata P-Robot puntava a risolvere alcune delle criticità tipiche delle tradizionali soluzioni robotizzate, rispondendo alle esigenze del mercato: prevedere un layout compatto e modulare, essere perfettamente integrata sia lato hardware sia lato software, semplificare al massimo le attività di programmazione anche del robot, permettere un certo livello di personalizzazione per rispondere a specifiche esigenze produttive.

«P-Robot può integrare P1, P2 e P4», continua Artuso. «La pannellatrice è una pannellatrice standard, proprio come il robot, una scelta che ha grossi vantaggi in termini di certificazioni. Per il robot abbiamo scelto un partner che ci permette, pur lavorando in sicurezza, di muoverci in prossimità del campo di lavoro: questo si traduce in un layout estremamente compatto. Ma non abbiamo rinunciato a modularità e adattività: in base alle specifiche esigenze di ciascun cliente, al suo prodotto e a un approfondito studio di fattibilità dotiamo il robot di organi di presa adeguati, per ottimizzare i cicli di carico/scarico della lamiera, migliorare la cadenza produttiva e minimizzare i tempi di attesa. P-Robot prevede soluzioni con solo asservimento di carico/scarico e sistemi più complessi per la movimentazione automatica dei pallet o con integrazioni di terza parte, per esempio con stazioni di formatura degli angoli, etichettatura, marcatura laser, rivettatura e saldatura».

Salvagnini, combinazione vincente
P-Robot può integrare indifferentemente le pannellatrici Salvagnini P1, P2 e P4.

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Programmazione in ufficio, smart teaching in officina

Sistemi complessi di automazione industriale richiedono in genere una notevole integrazione tra le singole tecnologie che li compongono. In questo senso P-Robot garantisce una gestione ottimale del processo perché Salvagnini conosce alla perfezione, progettandoli, tutti i movimenti della pannellatrice e ha una visione ad alto livello anche di quelli del robot. Il robot diventa quasi un’opzione della pannellatrice, con effetti positivi che si riverberano anche sulla programmazione, forse il principale punto di forza di P-Robot.

«Abbiamo detto – spiega Artuso – che la pannellatrice è una pannellatrice standard: come qualsiasi altra pannellatrice Salvagnini nella gran parte dei casi si programma in ufficio. Il programma, realizzato con StreamBend, può essere utilizzato senza modifiche sia su P-Robot sia su pannellatrici senza robot, ovviamente a patto che siano pannellatrici Salvagnini. A bordo macchina il software Move acquisisce il programma di pannellatura, da cui ricava le dimensioni dello sviluppato e del pannello finito che utilizza per elaborare automaticamente le traiettorie del robot. L’operatore dovrà semplicemente confermare o, se necessario, modificare alcune posizioni di verifica per completare la programmazione del robot. Move gestisce autonomamente anche i movimenti intermedi del robot e all’operatore sono richieste solo movimentazioni ridotte. Parliamo insomma di un vero e proprio sistema di smart teaching, che rende di fatto inutile la programmazione offline del robot».

Salvagnini, combinazione vincente
In modalità R2H (Robot to Human), P-Robot carica lo sviluppato e assegna all’operatore lo scarico del pannello: è una strategia vantaggiosa se il tecnico deve completare la lavorazione del pannello in una stazione di lavoro differente.

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Evoluzione continua

Come l’intera gamma prodotto Salvagnini, P-Robot affronta uno sviluppo continuo, evolvendo nel tempo in funzione delle richieste del mercato. Rispetto al primo modello, presentato a maggio 2022 a Milano per la fiera Lamiera, P-Robot ha già introdotto alcuni sviluppi. Il primo è la gestione degli intercalari per separare, se necessario, le singole parti prodotte. Il secondo è la possibilità di impilare i particolari a libro, in verticale.

«Ulteriori, piccoli avanzamenti – aggiunge ancora Artuso – che puntano a migliorare la flessibilità dell’applicazione. È questo il percorso di sviluppo che immaginiamo d’ora in avanti per P-Robot: il mercato esprimerà delle esigenze, delle richieste, cui risponderemo di volta in volta con nuove funzionalità più o meno sostanziali. E una volta sviluppate, queste nuove funzionalità saranno disponibili per tutti i successivi modelli di P-Robot che andremo a consegnare».

Salvagnini, combinazione vincente
P-Robot può utilizzare un organo di presa ribaltabile, dotato di ventose su due lati, per prelevare il pezzo piegato e posizionare immediatamente in ciclo la nuova parte da piegare: quest’organo di presa ottimizza i cicli di carico/scarico della lamiera, migliora la cadenza produttiva, riduce i tempi di attesa.

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Strategia produttiva flessibile al 100%

Un ulteriore punto di forza di P-Robot è la sua natura promiscua: non è un sistema isolato o chiuso. P-Robot estende la flessibilità e la produttività delle pannellatrici Salvagnini perché permette di scegliere la strategia più adatta alle esigenze produttive contingenti. In turni non presidiati, o in contesti produttivi in cui un singolo operatore controlla numerosi sistemi, P-Robot lavora naturalmente in modalità R2R (Robot to Robot) occupandosi di carico, scarico ed eventuale impilamento delle parti. Ma non si tratta di una strategia esclusiva: la stessa P-Robot può, senza soluzione di continuità e senza riattrezzaggi, lavorare in modalità differenti. In modalità R2H (Robot to Human) si occupa solamente del carico dello sviluppato assegnando all’operatore lo scarico del pannello. Si tratta di una strategia vantaggiosa se l’operatore deve completare la lavorazione del pannello in una stazione di lavoro differente, per esempio con una pressa piegatrice o una saldatrice. In modalità H2R (Human to Robot) è l’operatore a caricare lo sviluppato sul campo di lavoro, il robot scarica il pannello a fine ciclo: una strategia utile per gestire produzioni a lotto unitario estremamente diversificate. Senza dimenticare che la pannellatrice rimane comunque disponibile per eventuali lavorazioni completamente gestite dall’operatore.

«Per sintetizzare il concetto – conclude Artuso – P-Robot definisce un nuovo paradigma della configurazione pannellatrice con robot, estendendone al massimo flessibilità e produttività. Ma P-Robot è anche un’automazione, perché automatizza alcune fasi del processo di pannellatura e, come tutte le automazioni, può contribuire a migliorare l’efficienza e a ridurre il costo del lavoro. P-Robot non si limita a questo. Il suo grande pregio è permettere di non scegliere in fase progettuale una strategia produttiva definita: può risolvere esigenze diverse, grandi lotti, piccoli lotti, kit, lotti unitari ma anche integrazione a valle, automazione totale, automazione parziale, nessuna automazione in funzione delle necessità. Il mercato ha perfettamente compreso le potenzialità di P-Robot, e sta confermando la bontà delle nostre scelte».