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Fresatrici: analisi del mercato italiano

L’andamento del mercato delle fresatrici in Italia e le sue evoluzioni tecnologiche secondo alcuni tra i principali produttori, importatori e rappresentanti di questa tipologia di macchina utensile nel nostro mercato

 

Quando si parla di superfici complesse il pensiero va quasi automaticamente alla fresatrice, una macchina che negli anni si è evoluta riuscendo a rispondere con soluzioni innovative alle esigenze sempre più pressanti da parte del mercato in merito alla qualità e alla forma delle superfici. Numerose le applicazioni nei più svariati settori applicativi, dalla costruzione stampi al settore aeronautico, dal medicale all’automotive fino alla meccanica generale. In più, questa tipologia di macchina utensile è in grado di lavorare pezzi di dimensioni diverse, dalle più piccole a quelle di grandi dimensioni e anche tipologie di materiali diversi, dai più tradizionali a quelli alternativi o di difficile lavorabilità. È, quindi, sempre più facile trovare nell’officina di un’azienda metalmeccanica una fresatrice insieme alle più tradizionali macchine utensili come il tornio o il centro di lavoro. Per approfondire l’andamento del mercato e saperne di più su cosa sta avvenendo in questo settore nel particolare momento storico che sta vivendo il comparto della macchina utensile e della meccanica, Tecnologie Meccaniche (i numeri di Tecnologie Meccaniche sono leggibili online previa registrazione gratuita ) ha incontrato alcuni tra i principali produttori, importatori e rappresentanti di fresatrici in Italia. È emersa una serie di interessanti indicazioni sia di mercato, sia tecnologiche, che delineano un quadro sufficientemente esaustivo di questo comparto del settore della macchina utensile.

Ripresa confermata, ma con cauto ottimismo
 Iniziamo come nostra consuetudine parlando del mercato. Sembra che il mercato, anche quello interno, finalmente abbia ripreso un po’ di effervescenza. Le indicazioni di ripresa sembrano essere confermate ormai da un po’ di tempo e questo alimenta un concreto anche se giustamente cauto ottimismo. Certamente non abbiamo recuperato tutto ciò che abbiamo perso negli anni della crisi, ma le indicazioni sembrano fare ben sperare per il futuro. 

A confermarlo Giovanni Rimoldi, di GF Machining Solutions. «Finalmente! Finalmente sembra che un mercato asfittico abbia ripreso a respirare. Il clima che si respira è moderatamente ottimistico in generale. Finalmente le aziende parlano del futuro e non si nascondono dietro giustificazioni legate a qualsivoglia motivo. Finalmente sembra passata la fase passiva e ci si avvia verso una fase attiva e costruttiva. Per quanto riguarda noi in particolare, stiamo vivendo da qualche anno a questa parte un periodo molto positivo in termini di numeri, con incrementi in doppia cifra percentuale. In particolare, è proprio il settore della fresatura Mikron che ci sta dando le maggiori soddisfazioni. Noi confidiamo anche per il prossimo futuro di potere incrementare le quote di mercato della nostra serie Mikron. Sempre di più le richieste del mercato sono molto complicate, sia in termini di caratteristiche di fresatura (rugosità, precisione, velocità), sia nell’utilizzo di materiali sempre più esotici. In questa situazione Mikron si muove agevolmente, rispondendo alle varie richieste. Non ultima, l’acquisizione del marchio Liechti permette a GF Machining Solutions di affrontare da leader anche il settore della fresatura palette (energia, aeronautica) con una serie di soluzioni per il cliente. La nostra produzione è particolarmente orientata nella fresatura a 5 assi di piccole e medie dimensioni, che hanno in comune la voglia di eccellere in precisione e performance. Noi distinguiamo due chiare e differenti modalità tecnologiche di fresatura: la fresatura ad alta velocità con la serie HSM e la fresatura ad alta performance con la serie HPM».

La ripresa del mercato interno è rilevata anche da Andrea Fritzsch, di Pama. «I segnali di ripresa si sono effettivamente visti a livello nazionale, soprattutto per i macchinari direttamente o indirettamente coinvolti nel mercato automotive. In altri casi, la fine del 2014 e l’inizio del 2015 sono stati segnati anche da una stagnazione causata dal rallentamento del mercato Oil&Gas in seguito alla diminuzione del prezzo del petrolio. I segmenti aerospace, stampi e meccanica generale hanno fatto registrare un buon andamento e riteniamo continueranno a essere un buon riferimento anche per il futuro prossimo, non solo per le fresatrici ma anche per i centri di lavoro. Pama si pone nei confronti del mercato quale fornitore di soluzioni con lo scopo di accrescere la competitività dei propri utilizzatori. Sia che si tratti di fresatrici che di alesatrici o centri di lavoro l’approccio passa attraverso un supporto competente, costruito in azienda in decenni d’esperienza che permette al cliente di ottenere la soluzione ideale per le sue necessità produttive, facendo anche riferimento a tutti gli strumenti a supporto come il software e l’automazione. La possibilità di eseguire il pezzo finito in macchina permette di generare delle efficienze significative in non presidiato anche per macchine di grandi dimensioni; la risposta a questa necessità, sempre più sentita e che caratterizzerà il mercato nel prossimo futuro, è presente ormai in modo consolidato in tutta la gamma di prodotto Pama». 

Anche Mauro Adriano, di Fidia, evidenzia una ripresa significativa nel comparto delle fresatrici in particolare quelle ad alta velocità. «Confermiamo l’evidenza di una ripresa significativa di tutto il settore delle lavorazioni meccaniche di precisione. Il settore delle fresatrici ad alta velocità riflette il trend crescente, garantendo solide prospettive nell’orizzonte temporale 12-24 mesi. Si segnala in particolare la ripresa del settore che più degli altri ha sofferto della complessità del recente passato, vale a dire l’indotto automotive».

Anche per Rosario Palmeri, di Zayer, la ripresa è concreta. «La ripresa si percepisce ed è nel settore della meccanica in generale. Zayer produce una gamma molto ampia di macchine di taglia media-grande, da 3.000 mm in X a salire. Dalle banco fisso ai portali, i settori che possiamo fornire sono praticamente tutti: dall’aerospaziale, molto attivo in questo momento, all’energia e al ferroviario, senza dimenticare l’area degli stampi nel settore automotive, sia per plastica che per metallo: imbutitura e ferrotrancia. Dopo un periodo in cui molte aziende hanno chiuso, quelle rimaste sono strutture sane, e tendono a investire in tecnologia. In questo modo si arricchisce l’azienda e si forniscono ulteriori motivazioni di scelta ai clienti. Il lavoro, soprattutto ora, non arriva per caso ma premia le aziende che si rinnovano e possono offrire il meglio della tecnologia esistente. Il settore della macchina utensile trae beneficio da questa situazione di ripartenza: aumentano le richieste e le vendite». 

Positive considerazioni riguardo al mercato anche da parte di Gianprimo Squizzato, di FPT Industrie. «Anche per il 2015, FPT Industrie sta registrando un deciso aumento delle richieste di fresatrici sia a portale che a montante mobile e con piacere una parte considerevole di questo aumento lo stiamo notando anche sul mercato italiano. Da qualche anno infatti la richiesta sul mercato interno, per FPT storicamente importante, è in continua ascesa, interessando tutte le attuali 15 linee di prodotto e le conseguenti centinaia di configurazioni possibili. Il trend positivo, infatti, non sembra subire flessioni e nel caso continui in questo modo fino a fine anno farebbe registrare un altro record». 

Gabriele Tebaldi, di C.B. Ferrari, sottolinea che dopo un periodo di crisi anche nel settore fresatrici si sta notando una interessante ripresa. «Effettivamente da qualche mese e dopo un lungo periodo di sofferenza nel settore delle fresatrici, si iniziano a intravedere i primi segnali di ripresa. Gli utilizzatori da sempre sono molto attenti e ambiscono ad aggiornare il loro parco macchine, per essere sempre all’avanguardia e competitivi nel mercato attuale dove la concorrenza è da considerare globale. Oggi finalmente il mercato, seppure in maniera non ancora pienamente tangibile, inizia nuovamente a premiare la qualità e la specializzazione delle aziende più aggiornate; per questo motivo la nostra visione è di una moderata crescita nel breve e medio termine».

Anche se ancora timida, Giancarlo Alducci di Soraluce attesta che è in atto una ripresa. «Indubbiamente siamo entrati in una nuova fase nella quale si evidenzia una timida crescita del mercato italiano e una forte volontà delle aziende di innovare la propria capacità produttiva. Una significativa selezione delle aziende dovuta alla crisi e il ritorno di parte della produzione delocalizzata all’estero mette nelle condizioni il tessuto produttivo italiano di aggiornare il sistema puntando, tra le altre integrazioni, a macchine utensili a elevato contenuto tecnologico che garantiscono elevata produttività e conseguentemente recupero in competitività. Il parco macchine utensili attualmente in funzione in Italia, per effetto della crisi e non solo, è a oggi piuttosto obsoleto: di ciò gli imprenditori si sono resi conto in particolare per quanto riguarda le fresatrici, alesatrici e torni verticali. La media di età del parco macchine in funzione è decisamente elevata: ne conseguono elevati costi di manutenzione, carenza di affidabilità e limitata capacità produttiva».

Una leggera ripresa sul mercato nazionale è confermata anche da Christian Branding di SHW Werkzeugmaschinen, rappresentata in Italia dalla Simu. «Notiamo una leggera ripresa del mercato italiano. Come produttori di macchine universsali siamo comunque in grado di fornire molteplici settori, coprendo in tal modo un’ampia gamma di clientela. Questo ci aiuta anche in tempi di ristagno economico. Le aziende italiane esportano spesso in tutto il mondo i loro prodotti di maggiore successo e quindi, come quelle tedesche, non dipendono così tanto dal mercato locale. Il nostro obiettivo a lungo termine in Italia è quello di ampliare con successo la nostra presenza sul mercato insieme al nostro rappresentante Simu».

Continuiamo il giro di valutazioni con Antonio Dordoni, di Jobs, che evidenzia una leggera ripresa in atto anche se è giusto mantenere un cauto ottimismo. «Indubbiamente giungiamo da un periodo alquanto difficile per le macchine utensili e quello che stiamo vivendo è ancora sicuramente un mercato complesso, anche se segnali di ripresa esistono e sono concreti. Infatti, dall’inizio del 2015 si sta notando un serio risveglio degli investimenti e per quanto ci riguarda il settore automotive, in tutte le sue fasi dal design fino alla produzione, è quello più vivace grazie al lancio di un numero significativo di nuovi modelli di automobili e dall’affacciarsi sul mercato di nuovi attori provenienti dall’Est, oltre a quelli tradizionali. Abbiamo raggiunto questo risultato grazie alla proposta di alcuni modelli di macchina, in grado di rispondere alle attuali esigenze del mercato automotive. In particolare, abbiamo puntato con Jobs su due linee di prodotto: una dedicata al comparto del design e della prototipazione e la seconda a quello della costruzione stampi. Con Sigma e Sachman, sempre per il settore automotive, proponiamo macchine indirizzate alle aziende contoterziste. Altro settore importante per Jobs è quello aeronautico. In questo caso abbiamo puntato sui grandi impianti cercando di portare, dove possibile, nelle produzioni di particolari aeronautici la cultura produttiva dell’automobile. A livello di mercato vorrei sottolineare i risultati ottenuti in Italia, che ha visto un 2014 con crescite intorno al 40% e un 2015 che sembra, fino a ora, non discostarsi dall’andamento dell’anno precedente. L’esportazione rimane comunque la quota parte principale del Gruppo, che manda oltre frontiera il 70% della propria produzione».

Per Marco Catalano di Atlem&Valtec che rappresenta in Italia la Huron, il mercato è in fermento, ma ancora altalenante. «Il mercato è decisamente più movimentato e in fermento ma sempre molto elastico, con momenti di calma intervallati a periodi di grande frenesia e vivacità. Ci sono settori che iniziano ad avere una visibilità e una programmazione a più lungo termine e questo fa sì che quelle aziende inizino valutazioni su nuovi acquisti partendo da soluzioni di tecnologia. Per i restanti vige la ricerca dell’occasione, del pronto o del prezzo basso, dove peraltro constatiamo anche il più alto numero di non finanziabili o finanziabili a condizioni molto onerose». 

Sulla stessa lunghezza d’onda Giovanni Camozzi, di Innse-Berardi, che evidenzia una certa altalenanza del mercato. «L’andamento del mercato, in generale, è in linea con ciò che è avvenuto negli ultimi anni, ossia senza continuità. Nello specifico, sul mercato italiano Innse-Berardi sta tornando all’attenzione degli addetti ai lavori grazie all’ampliamento della gamma produttiva per cui sono comunque attesi risultati positivi, potendo dare risposte a tutti i settori applicativi». 

Alberto Viganò, di Colgar, pur recependo alcuni segnali positivi riscontra la difficoltà delle piccole e medie imprese a sviluppare la propria attività. «Arrivando da una serie di anni difficili per l’economia mondiale, i primi segni positivi sono sicuramente incoraggianti per la ripresa del mercato estero e nazionale. Non sono però le sensazioni e i dati statistici di crescita che portano ottimismo nelle aziende che investono, anzi, il fenomeno è forse opposto. Incontrando ogni giorno le piccole e medie imprese e i loro titolari si continua a percepire la difficoltà di portare avanti l’attività con maggiori sacrifici e sforzi. Chi a breve si troverà a guidare queste aziende nel caso di attività familiari continua a trovarsi davanti a un bivio: investire per essere competitivi oppure andare avanti sapendo che la chiusura di questi tempi è una logica conseguenza. Il meccanismo dei finanziamenti, le agevolazioni e tutte le nuove azioni governative continuano a essere complicate e non facili e certe da ottenere nella loro totalità. 
Fortunatamente, e la storia del nostro Paese lo dimostra, l’imprenditore italiano è sempre in evoluzione con nuove idee e nuove sfide, quindi è lui che alla fine trasforma il suo pessimismo in acquisti nuovi generando una statistica che porta a un segno di crescita. Non va dimenticato che spesso le aziende italiane acquistano tramite leasing o Sabatini con durata 5-7 anni, quindi dopo anni di “non crescita” si trovano ora pronte a fare nuovi investimenti, visto che quelli precedenti erano legati ad anni sicuramente migliori. Per tessuto produttivo quello italiano è un mercato che dal punto di vista del prodotto Colgar si concentra su macchine di media grandezza e con un giusto e mirato grado di automazione; si tende a spostare l’attuale produzione su macchine più precise e più “friendly” per gli operatori, cercando di ridurre il più possibile il ciclo di lavorazione e quindi il prezzo finale di vendita». 

Alessandro Verduci, di Breton, vede dopo un positivo inizio d’anno una frenata sul mercato nazionale negli ultimi mesi. «Il vigore di inizio anno si è un po’ spento negli ultimi mesi nel mercato italiano mentre continua in quello tedesco che sembra essere, assieme alla Francia, il mercato più attivo in Europa. Molto vivaci i settori degli stampi e aeronautico, ma gli investimenti sono posticipati». 

Concludiamo il nostro giro di opinioni con Fabio Colombo, di Bragonzi, che pur nella situazione complessa del mercato vede un’inversione di tendenza nel 2016. «Ritengo che l’attuale situazione di mercato sia molto difficile nonostante la grande iniezione di liquidità operata dalla BCE. Poche aziende stanno facendo investimenti importanti di lungo periodo come sono le macchine utensili che la nostra azienda produce. Credo però che nel 2016 in Italia e in Europa si possa finalmente registrare un’inversione di tendenza con una ripresa degli investimenti».

Grande fantasia tecnologica 
Passiamo ora ad affrontare l’argomento innovazione tecnologica. In particolare, nel settore fresatrici è stato questo uno dei principali fattori di competitività.

A rompere il ghiaccio Mauro Adriano, di Fidia. «Le tendenze tecnologiche osservate identificano due maggiori trend di innovazione, solo in apparente contrasto tra loro. La prima riguarda l’integrazione orizzontale: macchine multi-purpose, in grado di integrare diversi processi (fresatura, tornitura, alesatura, rettifica, trattamenti termici…) al fine di ridurre la movimentazione dei pezzi e aumentare efficienza e flessibilità produttiva. La seconda si riferisce all’integrazione verticale: macchine ad alta specializzazione, al fine di garantire l’eccellenza delle lavorazioni e l’ottimizzazione dei singoli processi. La dinamicità di Fidia consente di muoversi in entrambe le direzioni, anche integrando gli approcci con soluzioni verticali che garantiscono la flessibilità e la versatilità attraverso la modularità di componenti strategici, quali teste di fresatura e tavole rotobasculanti. L’aumento di complessità dei sistemi di fresatura comporta inoltre l’introduzione di sistemi di monitoraggio real-time, che costituiscono un tema trasversale di sviluppo e innovazione».

Giovanni Rimoldi evidenzia invece che le richieste degli utilizzatori sono rivolte verso le lavorazione complesse. «Come dicevo prima, a fianco a lavorazioni di fresatura standard sempre di più le esigenze si spostano su lavorazioni complesse, sia per i tipi di materiali lavorati sia per le caratteristiche degli utensili, sia per le richieste di performance. Queste tre cose richiedono impianti sempre più sofisticati e sempre più è difficile parlare di impianti generali che possono risolvere qualsiasi problematica. L’innovazione più grande a mio parere è l’incremento di specificità che gli impianti di fresatura devono avere. Proprio per questo GF Machining Solutions nella sua gamma di prodotti Mikron continua a sviluppare e proporre soluzioni a 3 e a 5 assi dove la parte fresatura è solo una delle caratteristiche. Ogni impianto deve potere essere automatizzato senza penanella lizzare l’ergonomia dell’impianto stesso. Questa è una caratteristica molto importante e studiata fin dalla progettazione dei prodotti Mikron. Ogni impianto deve potere essere inserito in celle automatizzate senza particolari problemi, ogni impianto deve avere varie soluzioni per il numero di utensili, per il trattamento dei trucioli, per i sistemi di misura, per la gestione di aspirazione delle nebbie o delle polveri, per la gestione dell’energia (ecologia), per la sicurezza. A proposito di sicurezza, una delle innovazioni più importanti da poco presentata è l’MSP (Machine Spindle Protection) installata sul nostro impianto HPM800U. Questo sistema protegge il mandrino dalle collisioni di qualunque genere e in qualunque direzione spaziale (quindi non solo in Z, ma in qualsivoglia direzione). Il ripristino dalla collisione non richiede nessun intervento di assistenza di nessun genere, e l’operatore in massima sicurezza può riprendere immediatamente a lavorare unicamente liberando l’impianto dalla collisione. Questo è un esempio di come i moderni impianti e in particolare i nostri impianti Mikron si stanno evolvendo, garantendo elevate prestazioni di fresatura inserite in contesti sempre più ergonomici e organizzati in ogni funzionalità».

Le elevate performance delle macchine sono da sempre l’imperativo in casa FPT Industrie, come evidenzia Gianprimo Squizzato. «Macchine sempre più performanti sotto ogni aspetto, questo è l'imperativo che da sempre caratterizza il continuo sviluppo dei prodotti FPT. Solo per citare alcuni esempi, continua lo sviluppo interno con innovazioni che tendono a incrementare le performance grazie alla partnership con i produttori di controlli numerici, CAM e utensili, passando poi per soluzioni studiate per aumentare la precisione nel tempo o per limitare il tempo di attrezzaggio, oppure accessori e configurazioni dedicate a settori quali l'aeronautico e dello stampo. Riassumendo, oltre ai prodotti nuovi che in parte presenteremo in EMO, tutta la gamma esistente è comunque in continuo aggiornamento per potere garantire ai clienti che ci scelgono un veloce ritorno dell'investimento. Clienti che, con piacere, notiamo sempre più spesso ci riconfermano come partner per la crescita delle loro aziende».

Multifunzionalità è invece la parola d’ordine per Soraluce, come sottolinea Giancarlo Alducci. «Consapevoli della necessità di sviluppare i propri prodotti e di innovarli per mantenere la posizione di leadership nel mercato delle fresatrici, alesatrici e centri di tornitura verticale, Soraluce si avvale del proprio centro di ricerca e sviluppo IK4-Ideko, sottoponendo così le macchine prodotte e la componentistica a un costante processo di sviluppo della tecnologia adattandosi alle più recenti innovazioni nella fresatura-alesatura. Soraluce investe più del 7% del proprio fatturato in ricerca e sviluppo, e ciò permette di creare tecnologie e innovazioni che la differenziano dai suoi concorrenti. Vengono adottate le più recenti tecnologie per ottenere il massimo grado di affidabilità, produttività e precisione. Le tendenze tecnologiche prese come linea guida da Soraluce conducono a fresatrici, alesatrici e torni verticali dotati di dispositivi e accessori che permettono all’utente la multifunzionalità: in questo modo si persegue l’obiettivo della lavorazione di pezzi complessi in un unico piazzamento, quando prima venivano lavorati su più macchine e con più piazzamenti. La multifunzionalità nelle fresatrici e alesatrici viene garantita da un'ampia gamma di accessori tra cui teste automatiche di fresatura, mandrini estraibili modulari, unità rototraslanti eccetera e da un'elevata automazione, il tutto supportato da dispositivi ausiliari all’operatore che così viene sgravato da interventi diretti sulla macchina. Tra questi dispositivi l’ultimo nato è il DAS, che permette di annullare le vibrazioni che potrebbero sorgere in fase di lavorazione permettendo con il suo utilizzo di ottenere una maggiore durata dell’inserto rispetto alle finiture superficiali richieste e maggiore produttività. Il Modular Quill brevettato da Soraluce è un sistema che interscambia i mandrini estraibili modulari (canotti) con le altre teste di fresatura in modo completamente automatico, consentendo anche di disporre di vari canotti con diversi diametri e lunghezze sulla stessa alesatrice. Il sistema Modular Quill ha innumerevoli vantaggi rispetto alle alesatrici con il canotto tradizionale e viene da Soraluce applicato nelle alesatrici delle serie FR, FX, FXR e FXX. La massima espressione del multitasking è data dal centro di tornitura/fresatura Soraluce mod. FMT, che permette l'integrazione di vari processi di lavorazione nella stessa macchina: operazioni di fresatura e di tornitura per componenti di medie dimensioni vengono realizzati in un unico piazzamento. L’area di lavoro dell’FMT è flessibile e si può configurare in funzione delle necessità dei clienti lavorando anche in pendolare, azzerando così i tempi di carico/scarico pezzo. Dinamica, potenza, rigidità, precisione, multifunzionalità, affidabilità e bassi costi di gestione e manutenzione contraddistinguono le alesatrici, le fresatrici e i centri di tornitura verticale prodotti da Soraluce: ciò è confermato dall’elevato numero di macchine installate e dalla piena soddisfazione dei clienti; infatti, più del 60% dei clienti Soraluce ha più di una Soraluce che produce nella loro azienda».

La soluzione speciale di fresatura e tornitura è la strada percorsa dalla SHW, come afferma Christian Branding. «Il mercato italiano si posiziona a un livello professionale di elevata tecnologia, con un vasto know how e una propria ingegneria meccanica molto forte. Per sopravvivere in questo mercato ci stiamo concentrando principalmente sulle tecnologie speciali, come per esempio la combinazione di tornitura e fresatura. Partendo dalla relativamente semplice tornitura a interpolazione fino alla questione altamente complessa della lavorazione sedi di molteplici valvole eccentriche (tornitura eccentrica), resa efficiente e sicura a livello di processo utilizzando una semplice maschera di immissione dati. L'attenzione è sempre rivolta al pezzo: la macchina è progettata secondo i requisiti particolari del cliente (tailor made), assumendo così la particolare “impronta digitale” del cliente stesso. Si adatta perfettamente al rispettivo scenario di lavorazione e garantisce una lavorazione completa ed efficiente nel minor numero di serraggi possibili. Al momento continuiamo a vedere come tendenza importante la richiesta di preferire l’installazione a filo pavimento, anziché quella con fondazione, così come una carenatura completa della macchina. Ciò vale in particolare per quei clienti che necessitano di circonferenze di ingombro più elevate di quelle che si possono avere con la nostra serie UniSpeed». 

Macchine di medie e piccole dimensioni estremamente flessibili è l’ambito su cui punta Bragonzi, come sostiene Fabio Colombo. «Credo che in questo periodo il mercato richieda macchine di medie e piccole dimensioni che siano sempre più flessibili e multifunzionali, con l’obiettivo di lavorare e finire un intero pezzo su un'unica macchina. Per soddisfare queste esigenze Bragonzi presenta alla prossima EMO il centro orizzontale di alesatura e fresatura 110TC, caratterizzato da un mandrino del diametro di 110 mm con un'elevata potenza e coppia disponibile sin dai bassi regimi. In questo centro di lavoro l’elevata capacità di asportazione è associata alla massima precisione, che sono garantite da scelte progettuali e costruttive frutto della pluriennale esperienza e tradizione Bragonzi. Con queste caratteristiche la Bragonzi 110 TC può affrontare ogni genere di asportazione su diversi materiali, effettuando sul pezzo sia le fasi di sgrossatura che quelle di finitura con un unico piazzamento grazie anche alla tavola girevole continua a doppio pignone e con sostentamento idrostatico a doppia ralla. La flessibilità produttiva del centro Bragonzi 110 TC è infine completata dalla possibilità di utilizzare una vasta serie di teste accessorie, cambio utensile automatico e cambio pallet, il tutto associato a una elevata modularità nella configurazione delle corse degli assi». 

La lavorazione di materiali “esotici” è la strada ultimamente intrapresa da Breton, come sottolinea Alessandro Verduci. «Breton ha sviluppato macchine dedicate alla lavorazione di più materiali, dal carbonio all’alluminio fino al titanio, con sistemi di cambio automatico pallet e teste. Fresatrici in grado di effettuare in un solo piazzamento la sgrossatura e la finitura del componente. Breton ha poi sempre puntato sul multitasking con importanti integrazioni tra i processi di tornitura, fresatura e rettifica, attraverso automazioni molto spinte e software sempre più performanti, dedicati a lavorazioni molto complesse».

C.B. Ferrari, secondo le parole di Gabriele Tebaldi, punta su automazione e produttività. «L’innovazione tecnologica è considerata da C.B. Ferrari il mezzo per raggiungere i massimi livelli di competitività nel mercato: difatti abbiamo da sempre proposto macchine e soluzioni all’avanguardia per permettere ai nostri clienti di affrontare con gli strumenti migliori le sfide proposte dal mercato. C.B. Ferrari ha scelto di affrontare il mercato offrendo soluzioni avanzate e mirate alle singole esigenze del cliente, dando un effettivo supporto tecnico e tecnologico. La tendenza è anche quella di offrire soluzioni di automazione, per rendere maggiormente produttivo il macchinario proposto». 

L’importanza di perseguire l’alto rendimento della macchina è ciò che viene evidenziato da Rosario Palmeri, di Zayer. «L’innovazione tecnologica, come ho detto poc’anzi, è la base per la crescita, quella vera e sana. Poi occorre distinguere tra le “mode” e le innovazioni realmente utili e produttive. Tanti anni fa si parlava solo di alta velocità. Noi, in Zayer, abbiamo preferito orientarci verso l’alto rendimento, vale a dire macchine più performanti nelle reali condizioni d’uso. Ma allora, come oggi, l’alta velocità o il risparmio energetico che va tanto di moda occorre averlo nella testa prima che nella macchina. Queste sollecitazioni del mercato sono state comunque utili e hanno portato la Zayer a ripensare le macchine anche nella loro struttura per cercare di renderle ancora più performanti mantenendo le stesse caratteristiche di stabilità, affidabilità e durata. Lavorando contemporaneamente sulle masse con la progettazione a elementi finiti e sugli scorrimenti si sono ottenuti risultati importanti. Le sinergie possibili con i nostri partner che realizzano pacchetti di motori, azionamenti, controlli numerici hanno condotto a soluzioni più performanti con minori consumi. Lo spreco energetico non è solo riferito alla corrente elettrica, che si impiega senza risultato corrispondente, ma a tutta quell’energia cinetica utilizzata per spostare masse che non trovano riscontro in termini di necessità di rigidità. Questo modo di concepire il risparmio energetico ci ha portato, con enormi investimenti, a riprogettazioni complete e sta dando grandi risultati perché le macchine sono ora più veloci, più performanti, più equilibrate e hanno mantenuto, se non migliorato, le prestazioni in termini di precisione e ripetibilità. Rispondendo alla domanda iniziale, la tendenza tecnologica che vedo attualmente è nella direzione dell’aumento dell’efficienza: concetto che, in una macchina utensile, coinvolge quasi tutto». 

Efficienza è la parola d’ordine sottolineata da Andrea Fritzsch, di Pama. «Efficienza: il termine è forse scontato, ma riassume la necessità di un mercato maturo. Per chi produce con una macchina utensile, scontrarsi con chi offre un prezzo minore significa intraprendere due strade che non necessariamente vanno in contraddizione: un aumento di competitività con conseguente aumento d’efficienza e un abbattimento dei costi orari. Lo sviluppo tecnologico deve prevedere tutte e due queste variabili per generare un solido successo dei propri clienti. In merito all’efficienza di processo Pama ha sviluppato tutte le macchine della sua gamma dotandole della possibilità di produrre il pezzo completo in macchina, includendo anche l’operazione di tornitura o di dentatura, ma mantenendo inalterate le caratteristiche tipiche dei propri macchinari in merito a precisione nel tempo e ad affidabilità. Questi fattori non sono da tralasciare considerando anche il costo orario, che è fortemente influenzato dall’indice di disponibilità e dai fermi macchina, nonché dai fermi per riattrezzamento o per verifica del pezzo durante il processo. Attrezzarsi con un processo affidabile e con una macchina che lo garantisca grazie ai suoi contenuti tecnologici diviene un aspetto spesso strategico per chi vuole guardare alla sua competitività nel tempo. Un processo preciso e ripetitivo allo stesso modo permette un abbattimento dei costi d’esercizio, aumentando i tassi di utilizzo e mantenendo il ritmo produttivo. La nostra direzione è, quindi, di sviluppare i nostri prodotti nell’ottica dell’utilizzatore, dotandoli anche di diversi strumenti per il monitoraggio del processo, come autocalibrazioni, monitoraggio e adattamento continuo delle vibrazioni, monitoraggio delle temperature e controllo delle deformazioni termiche. Quest’anno verranno introdotte sul mercato sei nuove macchine tutte in quest’ottica; fresatrici, centri di lavoro orizzontali e verticali e alesatrici, tutte secondo standard Pama di precisione e qualità». 

Precisione e qualità sono i due concetti messi in evidenza da Marco Catalano di Atlem&Valtec che rappresenta in Italia la Huron. «Noi vediamo una crescita nelle taglie delle macchine e nelle prestazioni di precisione e qualità. Molti nostri clienti iniziano a chiederci software per potere ottimizzare le lavorazioni anche senza il presidio dell’operatore. Huron sta sviluppando, a tale proposito, cicli personalizzati per consentire ai nostri clienti di poter utilizzare le macchine in maniera più efficace e più produttiva. In più, stiamo potenziando l’ufficio applicazioni per formare gli operatori alle nuove tecnologie di lavorazione sfruttabili sulle nostre macchine, in quanto constatiamo spesso che gli utilizzatori nei primi momenti non le sfruttano. Stiamo collaborando anche con i costruttori di utensili per migliorarne le prestazioni e l’efficienza su materiali ostici, sia nello stampo che in altri settori. In più sui nuovi progetti e le nuove macchine stiamo ponendo molta attenzione all’aspetto ecologico, sull’efficientamento energetico eccetera». 

Giovanni Camozzi interviene evidenziando i punti principali su cui sta operando la Innse-Berardi. «L’innovazione tecnologica è un argomento su cui si potrebbe disquisire a lungo. Per Innse-Berardi, le aree di intervento sono principalmente tre: costante ingegnerizzazione del prodotto; controllo delle derive termiche; controllo dei componenti principali della macchina al fine di garantire un'elevata affidabilità della macchina. L’utilizzatore finale, oggi più di ieri, è molto più attento ad analizzare macchine in grado di garantire un'elevata affidabilità, per cui questa è un’area in cui ogni costruttore deve prestare la massima attenzione». 

Antonio Dordoni, di Jobs, interviene sottolineando che ciò che guida lo sviluppo di nuove macchine non è solo l’innovazione, ma soprattutto i costi. «La mia opinione può sembrare sorprendente, ma oggi ciò che guida lo sviluppo di nuove macchine sono i co sti di produzione. Questo spiega anche lo sviluppo del nostro Gruppo: la crescita e l’integrazione all’interno del gruppo di prodotti con i quali è possibile realizzare significative economie di scala ci consente di essere sul mercato con soluzioni altamente innovative a prezzi competitivi. Un esempio su tutti per spiegare questo concetto: abbiamo realizzato la eVer in sostituzione della Jomach 241 con il 36% di componenti in meno, con prestazioni di velocità e accelerazione rispettivamente di due e quattro volte superiori. Quindi, puntare su maggiori prestazioni cercando la semplicità costruttiva. In ultima analisi oggi siamo in una fase di consolidamento della tecnologia dove il costo di produzione ha un ruolo determinante. Ieri si comprava il meglio al minor prezzo, oggi si compra al minor prezzo quello che di meglio c’è sul mercato». 

Concludiamo la nostra inchiesta sulle fresatrici con l’opinione di Alberto Viganò, di Colgar, che è sulla stessa lunghezza d’onda di chi lo ha preceduto. «Certo, l’innovazione tecnologica in un prodotto come la fresatrice non può mancare, ma a livello di prestazioni siamo già a un alto livello. I produttori di fresatrici italiani non sono secondi a nessuno: migliori prestazioni, migliori precisioni, miglior design. Ma la vera innovazione tecnologica oggi è quella che non si vede; quella che forse al cliente interessa di meno ma per il costruttore è la più importante, perché si trova all’interno del processo costruttivo. Questa è anche la più complessa, perché spinge i progettisti a trovare soluzioni alternative valide, con costi produttivi inferiori. Vogliamo pensare che il target sarà costruire in modo semplice, sapendo bene che è difficilissimo. Nel caso di Colgar per esempio una struttura portante “ben fatta” evita tante compensazioni elettroniche, da vedersi è semplice così come le altre ma le analisi “fem” permettono di eliminare tanti dettagli che in passato si ritenevano necessari perché basati su esperienze o singoli casi».