News Tecnolamiera

Ficep, innovativi per passione

Evoluzione tecnologica della precedente serie destinata alla foratura, alla fresatura e al taglio delle lamiere, la nuova Gemini G36-HDE realizzata da Ficep è in grado di assicurare elevate prestazioni in termini di precisione e velocità, garantendo la massima versatilità di utilizzo.

Prestazioni migliorate, una maggiore rigidezza della macchina rispetto alla serie precedente grazie a un aumento di oltre il 20% della sezione trasversale d’inerzia delle travi, un incremento di potenza del mandrino del 15%, una velocità aumentata del 60% sull’asse X e del 50% sull’asse Y, oltre al raddoppio della velocità trasversale delle unità di taglio esterne. Numeri importanti, che rappresentano il risultato di tutti gli sviluppi tecnologici apportati negli ultimi dieci anni da Ficep alle proprie macchine destinate alla lavorazione delle lamiere e condensati all’interno del nuovo progetto: Gemini G36-HDE. Migliorie frutto dell’esperienza e del know-how acquisiti in ormai quasi 90 anni d’attività da parte di una società nata nel 1930 e divenuta nel tempo uno dei più importanti produttori al mondo d’impianti automatici per la lavorazione dell’acciaio, oltre che un costruttore di riferimento nel campo dei macchinari per il settore dello stampaggio e della forgiatura. Con sede centrale a Gazzada Schianno, in provincia di Varese (all’interno della quale sono presenti gli uffici commerciali e amministrativi, la Ricerca & Sviluppo, l’Academy of Technology, lo showroom e l’assistenza tecnica), tre unità produttive e di assemblaggio a Casale Litta, Castronno e Crosio della Valle, oltre che numerose filiali dislocate in tutto il mondo, Ficep è da sempre impegnata nel garantire la continuità della visione e dei valori tra il passato, il presente e il futuro, adattando la propria organizzazione a un mercato in continua trasformazione. Evoluzioni che hanno portato la società varesina allo sviluppo negli anni di un’ampia gamma d’impianti per la lavorazione della lamiera, suddivisi in tre macrofamiglie: macchine di solo taglio, sistemi di punzonatura/taglio/foratura/fresatura e macchine di taglio/foratura/fresatura. La prima famiglia è rappresentata da sistemi di tipo gantry, con la lamiera in posizione fissa e il portale che si muove durante le fasi operative, mentre la seconda è costituita da impianti a struttura fissa, nei quali la lamiera mobile viene movimentata durante il ciclo di lavorazione. La terza famiglia di macchine, invece, vede soluzioni dedicate a taglio/foratura/fresatura, che racchiudono entrambe le tipologie a portale e a lamiera fissa.

Un portale, due traverse

«All’interno di quest’ultima famiglia prende posto la nuova Gemini G36-HDE, evoluzione tecnologica della Gemini G36-HD, un progetto che trae le sue origini nel 2008 da una collaborazione con un consulente australiano che ci ha permesso di dare vita a una macchina davvero innovativa, all’epoca non ancora esistente sul mercato», ha spiegato Stefano Fongaro, Technical Manager di Ficep. «La principale peculiarità di questa soluzione risiede nel fatto che, al posto di essere una macchina con portale monotraversa, architettura adottata praticamente dalla totalità delle soluzioni di taglio e foratura oggi in commercio, è invece costituita da una struttura a doppia traversa, con il mandrino di foratura e fresatura installato all’interno delle due traverse».

Ciò ha consentito all’azienda di equipaggiare Gemini G36-HDE con un mandrino molto potente, che abbinato a una struttura piuttosto rigida permette di effettuare lavorazioni di fresatura impensabili con un altro tipo di architettura e, soprattutto, con prestazioni molto elevate in termini di precisione e velocità anche grazie all’aggiunta di un asse complementare interno. Tra le caratteristiche tecniche di rilievo in questa innovativa soluzione c’è la capacità di lavorare uno spessore massimo della lamiera di 127 mm, con dimensioni della lastra di 3600 (3200 per il taglio bevel) x 24.000 mm, oltre alla possibilità di installare fino a 2 teste plasma in versione diritta, oppure di tipo bevel, coperte da brevetto industriale. La macchina può inoltre montare fino a 3 torce Oxy ed è abbinata a un nuovo generatore Hypertherm XPR300, con capacità di sfondamento di 45 mm su acciaio al carbonio e spessore di separazione 80 mm sempre su acciaio al carbonio.

Prestazioni d’eccellenza

«Per quanto riguarda le prestazioni di foratura, abbiamo la possibilità di adottare un doppio mandrino a lubrificazione interna ISO 40 (a 6000 giri/min) o ISO 50 (a 5000 giri/min), potendo effettuare fresature interpolate fino a 400 mm di diametro utilizzando l’asse ausiliario», ha proseguito Fongaro. «La logica di funzionamento di questo sistema innovativo prevede l’iniziale movimentazione del portale della macchina, il bloccaggio della lamiera attraverso la discesa di quattro pressori e la successiva lavorazione grazie alla testa che può muoversi tra le due traverse di cui è composto il portale grazie all’asse ausiliario e a quello trasversale. In questo modo la testa scorre lungo tutta la larghezza della lastra e per una lunghezza di 400 mm. Sulla testa è operativo il mandrino da 30 kW e 190 Nm di coppia, con 12.500 N di forza verticale in foratura». Il controllo numerico CNC 31iB5, che equipaggia tutta la serie Gemini, rappresenta il top di gamma di Fanuc ed è coadiuvato da un’interfaccia uomo-macchina sviluppata da Ficep, particolarmente dedicata al nesting di tutti i particolari, con l’ottimizzazione del posizionamento e di tutte le sequenze macchina oltre che alla riduzione degli sfridi.

«Altra peculiarità dell’HDE è la possibilità di installare fino a 2 teste di foratura, avendo 2 sistemi sul carro che possono lavorare contemporaneamente. Monta, inoltre, 1 o 2 sistemi di cambio utensile a 24 posizioni a seconda del fatto che sia configurata con 1 o 2 teste», ha precisato Stefano Vicario, product manager piastre di Ficep. «Un ulteriore elemento distintivo è l’adozione di 2 aspiratori ciclonici montati direttamente sul portale mobile che asportano i trucioli dall’area di lavorazione, li convogliano in un ciclone separatore, e in maniera continua vengono scaricati direttamente su vasche fisse o convogliatori motorizzati lungo tutta la via di corsa della macchina. Con questo sistema abbiamo così la medesima capacità d’aspirazione indipendentemente dalla lunghezza dell’asse X, poiché non ci sono perdite di forza aspirante causate dalla distanza tra aspiratore e zona di lavoro».

Massima versatilità

Una gamma di prodotto, la Gemini G36-HDE, che per le proprie caratteristiche tecniche e prestazionali molto elevate può essere utilizzata con soddisfazione da clienti operanti in svariati settori applicativi all’interno del campo della lavorazione dell’acciaio al carbonio, dell’inox e dell’alluminio, che vanno dal comparto delle macchine movimento terra a quello dell’energia e degli scambiatori di calore, fino al mercato delle lamiere di chiusura.

«La macchina ben si presta alle lavorazioni di sagomatura esterna, alloggiamenti di perni e montaggio di accessori per l’impiantistica come le canaline elettriche o il supporto per i distributori idraulici, togliendo dunque tutto quel lavoro che viene fatto manualmente a bordo macchina, con un singolo piazzamento e in totale autonomia operativa», ha concluso Fongaro. «Il concetto è quindi quello di creare valore aggiunto, caricando la lamiera grezza sulle nostre macchine per ottenere il pezzo finito, pronto per l’assemblaggio. Si tratta quindi di una soluzione molto versatile proprio in virtù delle diverse tecnologie installate di taglio termico e meccanico, che alternandosi all’interno del ciclo di lavoro permettono di abbattere i tempi ciclo evitando anche rischiose operazioni di manipolazione della lamiera tra una lavorazione e l’altra. Il tutto raggiungendo un livello di precisione assolutamente in linea con quanto richiesto dalla tipologia di applicazioni nelle quali viene impiegata la Gemini HDE. Inoltre, se si considera che con una sola macchina si esegue dal taglio all’esecuzione di filettature, possiamo affermare che il nostro impianto svolge la stessa funzione di più macchine, ovviamente con costi e ingombri nettamente più contenuti».