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Nuova ricerca Universal Robots: automazione in crescita

Forte ottimismo in tutta Europa, i cobot centrali nelle strategie per la forza lavoro industriale come soluzione a produttività, shortage e bisogno di flessibilità.

L’automazione sta rapidamente diventando un motore di crescita per le imprese in tutta Europa. Una nuova ricerca di Universal Robots evidenzia un forte ottimismo riguardo al suo impatto su occupazione, produttività e trasformazione della forza lavoro.

Lo studio, basato sulle risposte di oltre 2000 professionisti in 8 Paesi europei che operano in aziende che hanno intrapreso a vari livelli un percorso di adozione dell’automazione, mostra che l’84% riporta un sentimento positivo da parte dei dipendenti verso l’implementazione dei robot, mentre solo il 3% cita resistenze. Si tratta di un punto di svolta nel modo in cui l’automazione viene percepita: accolta e non temuta.

Lo stato dell’automazione in Italia

Nel nostro Paese la spinta verso l’automazione nasce soprattutto dall’esigenza di incrementare la produttività, indicata dal 62,5% dei decisori come principale fattore trainante. Questa priorità si affianca ad altri obiettivi strategici, come il miglioramento della qualità dei prodotti e la riduzione dei costi, a conferma di un approccio orientato non solo al contenimento delle spese ma soprattutto all’efficienza e alla competitività di lungo periodo.

La robotica viene inoltre accolta con favore: oltre l’83% dei lavoratori la considera un’opportunità, segnalando un atteggiamento positivo verso le nuove tecnologie e la loro integrazione nei processi produttivi. In questo scenario, i robot collaborativi assumono un ruolo centrale. Secondo le previsioni, nei prossimi dieci anni almeno un quarto della forza lavoro sarà affiancato da cobot, mentre oltre il 15% degli intervistati ritiene che più della metà dei lavoratori opererà quotidianamente a fianco di queste tecnologie.

Per la grande maggioranza (più del 90%), i cobot rappresentano inoltre una leva concreta per superare la carenza di manodopera, consentendo di automatizzare attività ripetitive o gravose e liberando le persone per compiti a maggior valore aggiunto. Questi dati mostrano chiaramente come la robotica collaborativa stia diventando non solo un fattore di supporto all’efficienza, ma anche un elemento chiave per la resilienza del mercato del lavoro italiano.

«In Italia — ha commentato Enrico Rigotti, country manager Universal Robots Italia — l’automazione non è più una scelta rimandabile, ma una necessità strategica. La carenza di manodopera qualificata, che colpisce settori chiave come la meccanica, la saldatura e l’elettronica, spinge sempre più aziende a valutare i cobot come alleati indispensabili. La nostra ricerca conferma questo trend: non solo l’84% dei lavoratori accoglie positivamente l’introduzione dei robot, ma cresce la consapevolezza che automazione e occupazione possano andare di pari passo. I cobot permettono di liberare le persone dai compiti ripetitivi e usuranti, valorizzandone competenze e creatività. È una trasformazione culturale che in Italia sta già avvenendo e che sarà decisiva per rafforzare la competitività del nostro sistema industriale nei prossimi anni».

Lo scenario europeo

Nel report si analizza la situazione italiana nel più ampio orizzonte europeo.

  • I cobot diventeranno comuni – Il 93% dei leader industriali prevede che almeno il 10% della propria forza lavoro utilizzerà i cobot nei prossimi 10 anni, e quasi la metà (47%) si aspetta che oltre un quarto dei dipendenti lo farà. I cobot sono già diventati parte integrante delle operazioni quotidiane di molte aziende e il loro ruolo è destinato ad approfondirsi ulteriormente, con un’adozione destinata ad accelerare e a consolidarne la presenza nella forza lavoro nel prossimo decennio.
  • Prospettive occupazionali: il saldo positivo supera la vecchia narrativa – Più della metà degli intervistati (51%) ritiene che i robot creeranno più posti di lavoro di quanti ne sostituiranno entro il 2030. Solo il 22% non è d’accordo, mentre quasi quattro su cinque (78%) sono ottimisti o neutrali. Si tratta di un netto cambiamento rispetto ai timori iniziali che vedevano l’automazione sostituire i lavoratori, un’inversione di tendenza sottolineata dalla crescente diffusione dei cobot nei diversi settori industriali.
  • Una leva pratica contro la carenza di manodopera – Il 91% degli intervistati ritiene che i cobot possano ridurre la carenza di manodopera di almeno il 10%, mentre il 44% prevede una riduzione del 25% o più. Questa fiducia riflette il ruolo dell’automazione nel stabilizzare le operazioni, consentire la crescita e affrontare le pressioni demografiche, in particolare l’invecchiamento della forza lavoro e la diminuzione dei bacini di manodopera in tutta Europa.
  • La produttività guida gli investimenti in automazione – Il motivo principale per cui le aziende investono in automazione è chiaro: la produttività. Infatti, il 68% degli intervistati ha classificato i guadagni di produttività tra i tre principali driver, rendendola il fattore più rilevante per l’adozione.
  • E questi guadagni sono reali. Ben l’89% delle aziende ha dichiarato di aver registrato miglioramenti misurabili della produttività dopo aver introdotto cobot (robot collaborativi). Più della metà (52%) ha osservato incrementi compresi tra il 10 e il 25%, quasi un terzo (30%) ha ottenuto un aumento tra il 26 e il 50% e il 6% ha riportato miglioramenti superiori al 50%.
  • L’automazione definirà la traiettoria industriale dell’Europa – In risposta, l’automazione è passata da obiettivo di lungo termine a priorità immediata, con le aziende che investono in robotica, intelligenza artificiale e analisi avanzata per aumentare produttività, qualità e resilienza. Il nostro studio conferma questo cambiamento, dimostrando che i cobot non stanno solo migliorando l’efficienza, ma stanno guidando una trasformazione profonda delle operazioni.
  • Un tempo confinata alla produzione su larga scala, l’automazione si sta diffondendo in diversi settori e in aziende di ogni dimensione, supportata da una forza lavoro sempre più pronta ad adattarsi, come mostra chiaramente il nostro studio. L’automazione, in tutte le sue forme, sta diventando un pilastro del futuro industriale europeo e sarà essenziale per mantenere la competitività globale attraverso intelligenza, flessibilità e design centrato sull’uomo.

Dataroom Italy

Sulla situazione italiana, i numeri dicono che:

  • la produttività è il primo driver all’implementazione robotica per il  62,5%;
  • la robotica viene accolta positivamente dall’83% della forza lavoro;
  • i cobot diventeranno comuni: per il 50% di chi ha risposto fino al 25% della forza lavoro sarà affiancata da cobot, invece oltre il 15% ha risposto che più del 50% dei lavoratori opererà a fianco dei cobot entro 10 anni;
  • per oltre il 92% degli intervistati, i cobot saranno una leva per superare la carenza di manodopera.

I risultati completi della ricerca Universal Robots si trovano sul portale con Il rapporto sullo stato dell’automazione industriale 2025 a questo link.