Economia

«Una collaborazione ancora più stretta con le aziende»

Barbara Colombo, presidente Ucimu - Sistemi per Produrre, rilancia il sistema Paese a “Casa Italia” su Rai Italia.

Una collaborazione ancora più stretta con le aziende, per il sistema Paese ma anche per nuovi sbocchi internazionali. È il messaggio lanciato da Barbara Colombo, presidente Ucimu – Sistemi per Produrre, ospite di Rai Italia – l’ex Rai Internazional, il gruppo di 4 canali tv distribuiti da Rai Com in America, Africa, Asia e Australia, che oltre a una selezione dei programmi più popolari ne produce alcuni “original”, visibili su YouTube e RaiPlay – lo scorso venerdì 23 giugno 2023 a “Casa Italia” condotto da Roberta Ammendola.

La presidente dell’associazione di Confindustria che rappresenta i costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione ha tracciato in pochi minuti dal vivo un quadro utile a fornire un panorama per in non “addetti ai lavori”: «Le macchine utensili per la lavorazione dei metalli – ha detto – hanno un’importanza notevole perché sono proprio alla base di molti processi manifatturieri perché permettono la realizzazione di tantissimi altri tipologie di macchinari di produzione e anche di manufatti in metallo, quindi in pratica tutti quei macchinari presenti nelle fabbriche metalmeccaniche. Diciamo che con i nostri macchinari si riesce ad allestire l’officina del mondo».

«Una collaborazione ancora più stretta con le aziende»

Richiesta dei principali settori di sbocco, Colombo ha citato tra i primi «l’automotive, l’aerospace, le infrastrutture, la meccanica in genere, l’energia adesso anche quella “green”: mi riferisco per esempio alle torri eoliche, poi il ferroviario, l’elettrodomestico e tanti altri casi».

L’occasione è stata anche propizia per ricordare che «Gli italiani in questo settore sono leader mondiali assoluti, in quanto hanno prodotti di alta qualità e anche si contraddistinguono per la digitalizzazione che ormai è contenuta nei nostri macchinari e la capacità di personalizzare l’offerta sulla base delle esigenze del cliente finale. Rivestiamo un ruolo importantissimo, perché siamo quarti al mondo per produzione, export e consumo dopo la Cina che naturalmente è il colosso che conosciamo, il Giappone e la Germania».

Di fronte alle richieste di qualche dettaglio in più, Colombo ha spiegato: «I nostri sono prodotti che vanno in settori di nicchia, quindi siamo obbligati ad esportare: la percentuale di esportazione del Pil del settore è intorno al 55%. Le aziende si presentano sui mercati all’estero in genere con attività di export e di partecipazione alle fiere internazionali, poi tramite la collaborazione di agenti e distributori in loco all’estero. Le aziende del settore più grandi e strutturate hanno anche sedi e filiali estere per l’attività di promozione e l’attività commerciale, ma anche di assistenza tecnica e di supporto post-vendita, di deposito e di ricambi nei diversi Paesi».

«Una collaborazione ancora più stretta con le aziende»

Il tessuto del Paese è ben noto: «L’azienda media del settore ha 70 dipendenti e in totale il nostro settore occupa circa 40.000 addetti a livello di tutt’Italia. Sono numeri che ci fanno onore, anche perché il 2022 ha toccato i record storici a livello di produzione, export e consumo: abbiamo raggiunto i 7,3 miliardi di euro e a livello europeo siamo usciti molto bene e molto meglio di altri competitor dalla crisi dovuta alla pandemia. Quindi questo vuol dire che, anche se come dimensioni siamo medio-piccoli il “fare impresa” italiano ha caratteristiche d’eccellenza e di efficienza che rimangono invidiabili».

La presidente Ucimu ha anche svelato un dettaglio recente: «A livello internazionale noi come Ucimu siamo sempre operativi, per esempio settimana scorsa sono stata a Chicago dov’è stato organizzato un forum per creare un ponte tra il mondo industriale del Made in Italy del settore e i mercati di sbocco sul territorio nazionale americano, proprio per rafforzare l’immagine dell’Italia nel nostro settore di destinazione statunitense, anche perché gli USA sono il nostro principale settore di sbocco a livello internazionale. L’incontro è riuscito molto bene: l’abbiamo organizzato in un istituto tecnico, l’Illinois Tech Institute di Chicago, e c’è stata una presenza molto numerosa (eravamo più di 20) di aziende italiane diciamo d’eccellenza nel settore, che hanno una sede fissa negli Stati Uniti, incontrandoci con potenziali clienti locali».

Naturalmente le occasioni create sono molteplici: «Ucimu poi collabora molto con ICE-Agenzia per l’incoming di operatori stranieri nel visitare le nostre fiere in Italia, noi stessi organizziamo diverse fiere internazionali, come la Bi-MU e Lamiera a Milano, la EMO organizzata a livello mondiale in alternanza con la Germania, poi ci sono missioni e tour specifici».

«Una collaborazione ancora più stretta con le aziende»

Inevitabile chiusrua con un sguardo al domani. La conduttrice chiede: «Voi che avete da questo osservatorio privilegiato anche una visione di quel che sarà per il vostro settore, ma anche per il nostro mercato italiano, riuscite a intuire che futuro sarà?»

La risposta di Barbara Colombo è immediata: «Per il futuro più prossimo vediamo intanto una collaborazione ancora più stretta con le aziende del settore, a livello delle reti di imprese per approcciare magari i mercati nuovi: mi riferisco per esempio al Vietnam o all’India, su cui siamo presenti con una rete di imprenditori già da dieci anni. E poi una collaborazione stretta anche a livello governativo, mi riferisco per esempio al Fondo 394 della Simest che dovrebbe uscire a breve, che ci ha aiutato tantissimo in passato per l’apertura di sedi e di filiali nella creazione di strutture sul territorio internazionale. Quindi sicuramente il Paese Italia come luogo di destinazione è importante, perché è molto manifatturiero e quindi ha bisogno di tecnologia e di macchine utensili di nuova generazione. Ma i costruttori di macchine utensili italiani non possono perdere di vista i mercati internazionali».