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Balluff accetta e rilancia la sfida digitale

Il blocco alle attività e agli spostamenti a causa dell’emergenza sanitaria ha obbligato anche un radicale cambiamento a meeting e convention delle aziende. Balluff ha deciso di rispondere a queste limitazioni scegliendo di organizzare un evento completamente virtuale per incontrare i propri clienti.

di Edoardo Oldrati e Giancarlo Giannangeli

 

Quando a metà febbraio 2020 è stato evidente che, almeno per un po’ di mesi, organizzare meeting e convention sarebbe stato praticamente impossibile, Balluff ha scelto di non rinunciare alla possibilità d’incontrare i propri clienti per presentare le tante novità tecnologiche pronte, scegliendo invece di organizzare e promuovere un evento streaming in diretta totalmente virtuale. Lo sforzo profuso per la virtualizzazione è stato intenso e completamente nuovo, ma l’evento “Challenge: Productivity” è stato preparato, costruito e organizzato in modo molto interessante, come conferma Sergio Paganelli, amministratore delegato di Balluff Italia e Regional Vice President Southern Europe di Balluff GmbH: «Un evento di questo tipo ha un valore molto diverso dal tradizionale incontro annuale. Ma non tutto il male viene per nuocere: abbiamo constatato che il visitatore gode di una libertà d’azione maggiore all’interno dello spazio espositivo virtuale, rispetto a una vera fiera, che è tutto sommato un incontro monotematico. Qui, invece, venivano offerte molte alternative: le presentazioni in diretta streaming erano numerose; chi era interessato poteva verificare le applicazioni e visitare altre postazioni, poteva utilizzare lo spazio non in modo passivo. È stata una vera arma vincente».

Il software, una scelta obbligata Balluff è un’impresa a gestione familiare, prossima all’anniversario dei suoi primi 100 anni, impegnata sul mercato mondiale nel settore della tecnologia sensoristica e delle soluzioni per l’automazione; l’azienda tedesca è in primo piano nella realizzazione della fabbrica digitale, con una connettività integrata. È storicamente uno dei principali fornitori di componenti per l’industria meccanica, ma i suoi prodotti sono adatti anche a tanti altri settori. Il packaging, per esempio, è sempre più caratterizzato dall’impiego di meccanismi di meccatronica in una ricerca esasperata della velocità in ogni campo applicativo, dalle bottiglie al tabacco alle confezioni medicinali. La digitalizzazione sta cambiando non solo il modo in cui Balluff presenta i propri prodotti, ma anche l’offerta stessa di prodotti.

Un’importanza sempre maggiore sta assumendo il software, e infatti Balluff sta strutturando tutta una serie di proposte software che saranno un complemento ottimale a prodotti hardware. D’altronde questa tendenza era già stata anticipata quando un paio d’anni fa sono entrate a fare parte di Balluff Innovative Software Services, azienda specializzata proprio in software, e Matrix Vision, un vero pioniere nelle tecnologie di visione. Due acquisizioni importanti dal punto di vista economico ma soprattutto strategico per l’offerta di sistemi e soluzioni innovative: «Un prestigioso istituto di consulenza – conferma Paganelli – prevede che entro il 2025 quasi i due terzi delle aziende nel settore dell’automazione saranno (o dovranno essere) in grado di proporre prodotti software, e in effetti già oggi possiamo vedere che tutti i protagonisti che costruiscono sensori e attuatori si stanno orientando verso applicazioni integrate».

Verso la fabbrica del futuro

Il prodotto che ha riscosso il maggior interesse, quello più scaricato a livello mondiale tra i visitatori digitali dell’evento di primavera, è stato l’architettura Smart Manufacturing, la produzione intelligente, vero punto cardine della fabbrica del futuro. All’interno, la soluzione Smart Communication trasmette i dati delle macchine e della linea di produzione e li mette a disposizione della sede centrale per ulteriori elaborazioni. Le informazioni così ottenute possono dunque essere adottate in tutte le fasi della produzione e utilizzate tramite il cloud persino trasversalmente: ciò consente massima flessibilità, assicura elevata efficienza ed eccellente produttività. I requisiti delle reti industriali sono ampi e variegati; la sempre maggior quantità di dati e la complessa comunicazione richiedono componenti efficienti e affidabili, in grado di trasportare le informazioni attraverso tutti i livelli: Balluff fa registrare uno sviluppo costante in questo campo, nel quale è ormai un protagonista anche grazie al successo e alla diffusione di IO-Link, uno standard di comunicazione digitale attraverso il quale si gettano le basi della fabbrica automatica: «IO-Link è semplice – spiega l’amministratore delegato di Balluff Italia e Regional Vice President Southern Europe di Balluff GmbH – è a prova di interferenze e trasmette dati in modo bidirezionale. La comunicazione intelligente via IO-Link facilita l’accesso all’Industrial Internet of Things. Era nato nel 2005 come prodotto a supporto delle difficoltà di cablaggio ed è in breve diventato la portante della IoT, perché dà la possibilità di trasferire in modo semplice ed economico tutta una serie di segnali anche verso il cloud e i sistemi di gestione dei dati per la pianificazione della produzione. Le reti con IO-Link ottimizzano lo scambio di informazioni: ciò è particolarmente vero quando si richiedono elevate classi di protezione, robustezza, l’impiego ad alte temperature o particolari interfacce e collegamenti per la massima sicurezza. La combinazione intelligente tra potenti reti industriali e standard di comunicazione IO-Link consente lo scambio affidabile e flessibile di informazioni nei più differenti settori di applicazione. Il futuro è IO-Link e continueremo a investire su questo protocollo».

La parola d’ordine

Tramite IO-Link è possibile richiamare informazioni diagnostiche e di stato più complete e dettagliate su apparecchi, su parametri di funzionamento e sulla cronologia, in modo da poterle visualizzare nel sistema di controllo e diagnosi sovraordinato. Questo significa che il gestore sa in qualsiasi momento quando è necessario sostituire un dispositivo e quindi aumenta la disponibilità dell’impianto. Nella fabbrica moderna ogni installazione deve essere attentamente controllata: grazie all’ampia offerta di prodotti connessi a moduli di Input/Output di Balluff si riesce a interrogare e programmare apparecchiature di ogni tipo sull’impianto. Quest’ultimo diventa così in grado di comunicare le condizioni di lavoro istante per istante. Una vera trasformazione: anche un semplice sensore a bordo macchina ora, grazie alla forza della digitalizzazione, può diventare “intelligente” segnalando, per esempio, livelli di carico, di sollecitazione o di previsione della durata residua. In maniera automatica arrivano continuamente informazioni sul funzionamento di macchine o intere linee, per abilitare una serie di operazioni di manutenzione preventiva, garantendo una drastica riduzione dei guasti, un aumento dell’efficienza, migliore produttività. Produttività: questa era la parola d’ordine del meeting. Una sfida per le aziende manifatturiere cui Balluff vuole fornire risposte vincenti attraverso i propri sistemi: «La prima domanda del mercato – sintetizza Paganelli – è fare truciolo e lavorare sui costi nascosti; ogni impianto deve essere attentamente ottimizzato. Tante aziende italiane, anche medio-piccole, dedicate alla manifattura di componentistica di alta qualità di ogni genere, dall’auto al medicale, devono aumentare la flessibilità, devono potere gestire le commesse nei tempi richiesti, ridurre le scorte, controllare la qualità dei prodotti già in linea mediante sistemi di visione capaci di eseguire anche misurazioni precise. Prevenire le problematiche è importante, mettendo in opera sistemi costantemente controllati: il nostro Condition Monitoring è in grado di tenere contemporaneamente sotto controllo tutta una serie di parametri funzionali sulle macchine, sulle linee di produzione, per verificare costantemente le condizioni operative. Se qualcosa comincia a non funzionare entro i parametri impostati, per esempio riguardo a temperatura o vibrazioni, ciò va interpretato come sintomo di un funzionamento alterato che impone di intervenire prima che la qualità del prodotto degradi irrimediabilmente».

Un’intera azienda “on demand”

L’evento virtuale organizzato da Balluff, per ammissione della stessa azienda, ha dato risultati assolutamente al di sopra delle aspettative. Si pensava di ottenere un numero di registrazioni attorno al migliaio, con 500 partecipazioni uniche presenti simultaneamente e un dato tempo medio di permanenza all’evento articolato su due giornate. Tutti i numeri previsti sono stati abbondantemente superati, con un riscontro di interesse e di gradimento molto elevati. Sono state registrate più di 2500 visualizzazioni, un numero superiore ai contatti che sarebbe stato possibile ottenere in una fiera normale. Tre erano le aree virtuali principali: la sala in cui si sono svolte in lingua inglese le riunioni plenarie, con decine di presentazioni che ogni visitatore poteva scegliere. In un’altra “sala” si è parlato di esperienze di clienti e di applicazioni in lingua locale (italiano, polacco, greco e così via), mentre nella terza area è stata allestita una vera fiera virtuale, con totem e presentazioni di prodotti. Era possibile per il cliente chattare con i tecnici e, se l’argomento avesse richiesto un ulteriore approfondimento, ecco pronto il responsabile di prodotto per una chiacchierata a 3 o più persone. Tutta la (grande) mole di documentazione è rimasta accessibile online. Se un visitatore avesse perso una certa presentazione o volesse esaminare qualche dimostrazione, potrà scaricarle e rivederle in un qualunque momento successivo: Balluff On Demand. Da qui si può accedere all’evento digitale, previa registrazione. La piattaforma è destinata a rimanere in linea per molti mesi. Non solo: l’idea di Balluff è di realizzare altre videoclip demo di prodotti e applicazioni in molte altre lingue, oltre al canonico inglese, per raggiungere con lo loro lingua madre praticamente tutti i popoli dell’area Sud Europa. È il progetto Babel, che il nuovo coronavirus ha temporaneamente interrotto, ma che è fortemente sentito come un metodo da seguire per il futuro.